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Quindici gazze marine in Liguria. A Napoli spunta dopo un secolo

Avvistati sulle coste liguri ben 15 esemplari di gazza marina: l’uccello acquatico, specie protetta in Europa, torna a farsi vedere anche a Napoli

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Gli avvistamenti degli ultimi giorni sono eccezionali: tra le coste della Liguria e Napoli sono stati segnalati diversi esemplari di gazza marina, un uccello acquatico molto raro alle nostre latitudini che è anche una specie protetta.

Simile a un pinguino, con cui condivide il più antico degli antenati, l’ormai estinta Alca impenne, la gazza marina è solita vivere e riprodursi nei freddi mari del Nord Europa e dell’America nord-orientale, e si spinge fino al Mediterraneo soltanto per svernare.

Gazze marine in Liguria: l’eccezionale avvistamento

Da Bordighera ad Albenga, da Finale Ligure a Rapallo: sono stati ben 15 gli esemplari di gazza marina avvistati nei giorni scorsi sulle coste del Mar Ligure. A dare l’annuncio è la Lipu del Tigullio, che in un post su Facebook scrive: “Eccezionale avvistamento al largo del mar Ligure ci viene segnalato dai birdwatchers del Ponente ligure che riguarda anche il Tigullio: ben 15 esemplari di gazza marina, di cui 1 a Camogli e 4 a Rapallo”.

Il Mar Ligure, insieme al medio Tirreno, è una delle poche destinazioni italiane raggiunte ogni anno dai giovani esemplari di gazza marina, nome scientifico Alca torda, ma si tratta sempre di individui isolati e che vengono avvistati piuttosto di rado.

L’evento segnalato è eccezionale proprio per il numero consistente di esemplari individuati al largo delle coste liguri, spiega la Lipu: soltanto a Rapallo sono stati avvistati ben 4 individui della specie, 3 ad Albenga, 2 a Imperia. Altre gazze sono state viste aggirarsi a Camogli, Bordighera, Borgio Verezzi, Finale Ligure e Genova, nel cui Acquario quest’estate sono nati quattro pulcini di pinguino di Magellano, lontanissimi parenti dell’Alca torda.

Come avvenuto per il recente avvistamento di un grande branco di capodogli, non è soltanto una questione di numeri: “La specie è rilevante dal punto di vista del monitoraggio degli uccelli migratori svernanti”, spiega la Lipu, ricordando che “la Gazza marina è specie protetta” in Europa. Anche nota come “becco a rasoio”, la gazza marina è l’unica specie vivente del genere Alca, ed è la parente più prossima di un animale scomparso ormai da un secolo: l’Alca impenne (Pinguinus impennis), grande uccello marino incapace di volare che occupava la stessa nicchia ecologica dei pinguini e i cui ultimi esemplari furono uccisi nel 1844.

La gazza marina non è oggi considerata una specie in pericolo o in via di estinzione, ma in Europa – spiega la Lipu – si trova “in uno stato di conservazione sfavorevole a causa di sversamenti di petrolio in cui rimane imbrattata e la cattura in reti o altri attrezzi da pesca”.

Dopo cent’anni, la gazza marina torna a Napoli

La gazza marina vive e si riproduce lontano dalle nostre latitudini, e si spinge fino al Sud Europa soltanto per svernare, in mare aperto, tra le Canarie e il Mediterraneo occidentale. Piuttosto avvezza alle coste liguri, che negli ultimi mesi sono popolate anche da numerosi gruppi di delfini, l’uccello acquatico mancava da Napoli da circa un secolo: l’ultima segnalazione, prima di quella degli ultimi giorni a Margellina, risale a 94 anni fa.

La gazza è stata notata sul lungomare da un istruttore di vela della Lega Navale di Napoli, che ha segnalato la sua presenza: la conferma che si trattasse di un’Alca torda è arrivata dall’ornitologo Rosario Balestrieri della stazione zoologica Anton Dohrn. L’ultimo avvistamento in zona risale al 1928: presente piuttosto stabilmente nel Golfo di Napoli tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la gazza marina per qualche ragione non aveva più fatto ritorno a Napoli, consentendo soltanto qualche sporadico avvistamento sul litorale domizio e in Cilento.

“In questi ultimi giorni si stanno susseguendo numerose osservazioni di gazza marina nei mari italiani”, spiega Balestrieri a ‘Repubblica’, citando gli esemplari avvistati nel Mar Ligure ma anche altre segnalazioni nel Tirreno e in Sardegna. È molto complesso capire come mai gli uccelli marini si siano spinti così a Sud: un recente studio, continua Balestrieri, “mostra come le gazze marine in caso di scarsa quantità di cibo nelle aree di svernamento abituali, cercano nuove risorse trofiche spostandosi più a sud”.

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