La storia dei pirati del Lago Maggiore diventa una serie
La vera storia dei pirati del Lago Maggiore prende vita in una docuserie: tra castelli medievali processi storici e incursioni sulle rive del Verbano
C’erano una volta cinque fratelli e un lago. Un luogo incastonato tra Piemonte, Lombardia e Svizzera che, per un periodo della sua storia, ha fatto da sfondo a vicende di potere, assalti e dominazioni. Oggi quelle stesse vicende tornano alla luce in una docuserie dedicata alle leggende e ai misteri del Lago Maggiore.
Chi erano i pirati del Lago Maggiore e perché hanno fatto storia
Il cuore del racconto è la figura dei fratelli Mazzardi, conosciuti anche come “Mazzarditi”, attivi tra il Trecento e il Quattrocento. Secondo le fonti storiche, questi cinque fratelli – Simonello, Petrolo, Beltramino, Giovanolo e Carmagnolo – avrebbero organizzato una vera e propria rete di incursioni che colpì duramente le comunità del Verbano, riuscendo a destabilizzare perfino i poteri feudali dell’epoca.
Si insediarono nei castelli di Cannero, ancora oggi visibili nel lago, da cui partivano per saccheggiare, depredare e imporsi sul territorio circostante. Nella puntata dedicata ai Mazzarditi, Andrea del Duca, direttore dell’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, ha spiegato che il fenomeno della pirateria lacustre andrebbe inserito in un contesto più ampio di instabilità politica.
In particolare, come si può vedere nella clip video pubblicata sul ‘Corriere della Sera’, ha fatto riferimento al periodo in cui il ducato di Milano si trovava privo di un’autorità stabile: Filippo Maria Visconti era minorenne, e le lotte tra guelfi e ghibellini continuavano a creare tensioni in tutta l’area. In questo scenario, i Mazzarditi trovarono terreno fertile per imporsi come forza autonoma, approfittando del vuoto di potere.
Dove e quando vedere la docuserie sui pirati del Lago Maggiore
La docuserie si intitola ‘Vergante Bona alla scoperta!’ ed è firmata da Andrea Lazzari e Rodolfo Gusmeroli, già noti per il loro impegno nella valorizzazione delle tradizioni locali. La produzione è curata dal brand Chaawpi, legato alla casa di produzione Waamoz, con sede a Lesa, in provincia di Novara.
La serie è composta da dodici episodi, pubblicati a cadenza settimanale, ogni mercoledì alle 15, sul canale YouTube di Chaawpi. Il formato breve e divulgativo è pensato per un pubblico ampio ed eterogeneo. Ogni puntata approfondisce un tema, un personaggio o un luogo, alternando ricostruzioni storiche e narrazione esplorativa.
La quinta puntata è dedicata proprio alla storia dei fratelli Mazzardi. In questo episodio, l’esploratore Vergante Bona – interpretato da Gusmeroli – guida lo spettatore in un itinerario tra castelli abbandonati, atti processuali del Quattrocento e simboli architettonici che rivelano l’identità politica dei territori dell’epoca. Tra questi, un elemento spesso trascurato: le merlature delle torri. Quelle “a coda di rondine” indicavano il dominio ghibellino, mentre quelle squadrate segnalavano l’appartenenza guelfa.
Nel video pubblicato anche dal ‘Corriere della Sera’, viene proposta una breve clip introduttiva della puntata, che presenta i Mazzarditi come una sorta di “band di fratelli”, uniti da legami di sangue e da un piano di conquista condiviso. La narrazione sottolinea come la loro vicenda si inserisca in un momento di forte instabilità politica, in cui le contese tra guelfi e ghibellini e l’assenza di un potere centrale consolidato favorirono l’ascesa di poteri locali autonomi.
Tra gli episodi rievocati figura quello del 1403, quando i fratelli assaltarono il Palazzo Parasi di Cannobio, all’epoca sotto il controllo del pretore Mandelli, esponente guelfo. Dopo aver sconfitto le guardie e raggiunto la torre, i Mazzarditi avrebbero costretto il pretore a sottomettersi. Al suo rifiuto, secondo i resoconti, lo avrebbero gettato dalla finestra, consolidando così il proprio controllo sull’area.
La serie ricostruisce questi eventi alternando documenti storici, esplorazioni sul campo e narrazione visiva, proponendo una lettura accessibile ma attenta del patrimonio culturale del Lago Maggiore. L’obiettivo è offrire, attraverso il linguaggio audiovisivo, un’occasione di scoperta per un pubblico contemporaneo interessato a storie poco note, ma dense di significati e simboli.