Piemonte: i ristoranti a 2 e 3 stelle Michelin
Un ristorante a tre stelle e quattro che, di stelle Michelin, ne hanno due: un viaggio attraverso l'eccellenza gastronomica del Piemonte
Con 42 ristoranti nella Rossa, il Piemonte è una delle regioni più stellate d’Italia. Oltre ai 35 ristoranti con una stella Michelin, quattro ne hanno due, e uno ne ha tre. L’unico tre stelle piemontese è un nome noto della ristorazione italiana, il Piazza Duomo di Alba. In provincia di Cuneo, in quell’angolo di Piemonte dai prodotti eccellenti (la carne di Fassona, il Tartufo Bianco d’Alba, la Nocciola Tonda Gentile, le patate d’Alta Langa, il cardo gobbo di Nizza, solo per citarne alcuni), è il regno dello Chef Enrico Crippa. Che, guidato da ciò che il territorio offre, reinterpreta i piatti della tradizione attingendo dalla sua personalità. È stato lui, a portare il Piazza Alba tra i 50 ristoranti migliori del mondo (quest’anno, si trova in 15° posizione), è stato lui a volere quell’orto che fa sì che – qui – nessun piatto sia uguale ad un altro. I menù – che, oltre che il gusto, appagano anche la vista – iniziano tutti con un vegetale crudo o marinato, per poi passare all’alternanza tra temperature, consistenze e tecniche di cottura. Ai menù degustazione “classici” (con prezzi tra i 200 e i 240 euro a persona), si aggiunge, ad un prezzo di 180 euro, l’immancabile menù al tartufo.
I ristoranti a due stelle Michelin, in Piemonte, sono invece quattro. A cominciare dall’Antica Corona Reale di Cervere (provincia di Cuneo). La sua è una storia antichissima, iniziata oltre duecento anni fa: già nel lontanissimo 1815, in quello che era al tempo un borgo rurale e remoto, aprì un coraggioso punto ristoro. Acquisito nel 1885 da Alessandro Vivalda, è ancora oggi un ristorante di famiglia, guidato da Gian Piero Vivalda. Qui, la materia prima viene prima di tutto, coi prodotti nobili della cucina cuneese accostati alle pregevolezze gastronomiche extraregionali. Il menù, stagionale, porta in tavola piatti come l’Anguilla delle Valli di Comacchio in delicata carpionatura all’Arneis del Roero, col suo spiedino alla brace d’ulivo e purè di datteri e menta, o i ravioli di coniglio grigio di Carmagnola mantecati all’acqua di scalogno, foie gras e tartufo nero. Tra i due stelle, c’è anche il Villa Crespi di Orta San Giulio, in provincia di Novara. Regno di Antonino Cannavacciuolo, giudice di Masterchef, è un ristorante gourmet pluripremiato, i cui piatti mettono in scena il viaggio che – da Napoli – ha portato lo Chef fino al Lago d’Orta. Due i menù degustazione proposti: Carpe Diem (120 euro a persona) e Itinerario dal Sud al Nord Italia (170 euro a persona). Tra i piatti in menù, gli gnocchetti di gallinella con alghe marine e tartufo di mare, e i plin d’anatra con zuppetta di fegato grasso e latte di bufala.
A Soriso, in provincia di Novara, il due stelle Michelin Al Sorriso si trova all’interno dell’omonimo hotel. Aperto nel 1981, è un’oasi di emozioni e cordialità in cui si respira un’atmosfera di famiglia, ma si gusta una cucina d’altissimo livello. Il menù degustazione (135 euro a persona) è stagionale e punta su piatti come il riso Carnaroli con zucca, blu di capra, aceto balsamico e amaretti, o come il garretto di vitello a cottura lenta con crema di cipolla di Breme, sedano rapa e castagne. Non mancano le rivisitazioni dei piatti tradizionali, a cominciare dai plin, che sono qui proposti al papavero con faraona, sfoglia di mele Golden e tartufo bianco. Infine, a Verbania, si trova l’ultimo due stelle del Piemonte. Guidato da Marco Sacco e splendidamente collocato su di una palafitta sul bordo del lago di Mergozzo, il Piccolo Lago ha una cucina che riflette l’esperienza del vita dello Chef: parte dal territorio, e passa all’estremo Oriente. Per poi tornare a casa. I menù si basano sull’appetito: “Curioso ma non troppo, 5 storie” (105 euro a persona), “Già che ci siamo, 8 uscite” (130 euro), “Mi tuffo dentro, 11 opere” (150 euro).