La guerra delle mozzarelle: Gioia del Colle vuole il marchio Dop, e la Campania insorge
La richiesta da parte di Gioia del Colle di ottenere il marchio Dop manda su tutte le furie i difensori della bufala
Spira vento di guerra tra Campania e Puglia. Casus Belli? La mozzarella. La Comunità Europea potrebbe, nell’arco di pochi giorni, riconoscere il marchio Dop alla Mozzarella di Gioia del Colle, una possibilità che ha messo in allarme i produttori della Mozzarella di Bufala Campana Dop. I custodi del tradizionale latticino campano chiariscono che non si tratta di una guerra d’aggressione, semmai di difesa. Il prodotto caseario pugliese, che aspira al marchio Dop, non precisa la provenienza del latte nella denominazione, situazione che potrebbe generare confusione tra gli acquirenti con grave danno per la produzione della mozzarella campana esportata in tutto il mondo.
Ora la battaglia passa al campo legale. I produttori di mozzarella di Bufala Campana hanno un mese di tempo, a partire dalla data di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale della proposta, per dimostrare che la registrazione del nome proposto danneggia l’esistenza di una denominazione omonima o parzialmente omonima. Si rischia, insomma, di fare troppa confusione tra prodotti sicuramente simili ma che si differenziano per il tipo di latte utilizzato.
Sul fronte pugliese però non sembra ci sia voglia di riporre le armi per la conquista dell’ambito marchio. Il riconoscimento del Dop per la Mozzarella di Gioia del Colle rappresenterebbe una garanzia di qualità, di tracciabilità e riconoscibilità cui difficilmente si vorrà fare a meno. Dalla Campania, però, fanno notare che il termine “mozzarella” è nato nella Regione che affaccia sul golfo di Napoli più di quattrocento anni fa e visto che il principale scopo del marchio Dop consiste nel preservare le tipicità di un luogo, secondo i difensori della mozzarella campana, affidare anche al prodotto pugliese il marchio tanto desiderato potrebbe rappresentare un serio danno per i prodotti realizzati nella provincia di Caserta e Salerno.
Molto meglio lasciare il nome originale con cui la Puglia aveva fatto richiesta del marchio Dop, quel “Treccia di Gioia del Colle” che non consente possibilità d’errore, rendendo impossibile rischi di confusione tra gli acquirenti che potrebbero non cogliere la differenza tra i due prodotti caseari, entrambi ambasciatori del gusto del Sud, ma ognuno con le proprie peculiarità di sapori, forme e consistenza.