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Il canto lirico italiano è patrimonio dell'umanità dell'Unesco

Dopo anni di attese il canto lirico italiano è stato iscritto dall'Unesco alla lista di beni dichiarati patrimonio immateriale dell'umanità

Canto lirico italiano patrimonio dell'umanità

L’Italia porta a casa un altro importante riconoscimento: il canto lirico italiano è stato inserito tra i beni immateriali dell’Umanità tutelati dall’Unesco.

Il canto lirico italiano dichiarato Patrimonio Unesco

Durante la diciottesima sessione dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage in corso nel Botswana il canto lirico italiano è stato dichiarato Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Un grande riconoscimento per l’Italia che già da anni lavorava al progetto tramite il Ministero della Cultura e un Comitato per la salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico italiano affinché il canto lirico fosse riconosciuto dall’Unesco. Il percorso per la richiesta era cominciato diversi anni fa grazie ad Assolirica un’associazione che riunisce tutte le professionalità del mondo della lirica italiana.

Per questo quando è stato annunciato il canto lirico italiano come Patrimonio immateriale dell’Umanità c’è stata grande soddisfazione nel nostro paese. In particolare Assolirica ha condiviso la felicità per questo traguardo e le parole dell’Associazione sono state riportate da Ansa: “È un traguardo importantissimo conseguito dopo un lungo percorso avviato nel 2011 quando i cantanti lirici solisti si costituirono in un’associazione denominata Cantori Professionisti d’Italia col fine di riunire la categoria e permettere un confronto professionale su un ampio ventaglio di problematiche, a partire dalla difesa e la diffusione del valore della musica e più specificatamente del teatro d’opera quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana. Fu proprio il dialogo interno a questa comunità ad accendere quella scintilla che avrebbe portato all’elaborazione di una prima bozza di dossier per candidare l’Opera lirica italiana alla commissione Unesco”.

Il canto lirico nello specifico viene riconosciuto non solo per la sua lunga storia e tradizione ma anche perché coinvolge insieme musica, dramma, recitazione e messa in scena. In totale sono sedici i beni dichiarati patrimonio immateriale dell’Umanità, molti dei quali afferiscono al mondo dell’arte e della musica come il Teatro dei Pupi, i Tenores sardi, l’Arte del violino a Cremona e l’Arte dei muretti a secco. L’identificazione del canto lirico ha portato per ora alla bocciatura di un’altra candidatura quella del caffè espresso italiano.

Anche la cucina italiana è candidata a Patrimonio dell’Umanità

I beni italiani dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità immateriali e materiali sono ormai numerosi, con i Gessi e le Evaporiti dell’Emilia Romagna entrati in lista nel 2023. L’Italia, infatti, è un paese che vanta un’eredità  storica, architettonica e culturale davvero unico e a tutto questo si aggiunge anche il nostro patrimonio gastronomico. La cucina italiana è una delle più conosciute, apprezzate e diffuse in tutto il mondo. È in questo contesto che Coldiretti, dopo la nomina del canto lirico italiano come bene Patrimonio dell’Umanità, richiede a gran voce anche il riconoscimento della cucina italiana.

La candidatura è già stata presentata dal Governo italiano a marzo 2023.
In particolare, la proposta è arrivata da parte di due ministri: Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, e Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura. Dopo l’ufficializzazione della candidatura, il dossier deve essere trasmesso dal Ministero degli Esteri alla commissione Unesco e poi comincerà l’iter di valutazione che solitamente dura un paio d’anni. Coldiretti, infatti, riconosce la ristorazione come uno dei settori più importanti per l’economia del paese e ricorda Pellegrino Artusi. Artusi è stato uno scrittore e gastronomo italiano nato nel 1820 e autore di uno dei primi libri di ricette italiane che ha avuto molta popolarità “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.