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I bambini italiani leggono meglio dei francesi e dei tedeschi

Una nuova indagine dimostra che i bambini italiani sanno leggere meglio rispetto ai compagni europei (con poche eccezioni): ecco i risultati

Bambini seduti sui banchi di scuola con il libro in mano

La scuola italiana è una delle migliori in Europa, almeno fino alle elementari: sulla lettura, i nostri bambini se la cavano molto meglio dei loro compagni francesi e tedeschi, eppure c’è qualcosa che non va. Il divario si accorcia notevolmente già alle scuole medie, e alle superiori c’è una vera inversione di rotta, con gli studenti italiani che non possono competere con quelli degli altri Paesi europei. Scopriamo qualcosa in più sulla nuova indagine Progress in International Reading Literacy Study (Pirls).

Il risultato dell’indagine

Il Pirls è stato condotto nel 2021, ovvero in piena pandemia, quando i bambini hanno dovuto affrontare innumerevoli difficoltà tra lezioni a distanza e mancanza di socialità. Eppure, l’Italia ha ottenuto risultati davvero eccellenti, soprattutto se paragonati a quelli del resto d’Europa. Il test, che consiste in una serie di domande che misurano la capacità di lettura di testi letterari e di informazione, ha rivelato che la scuola elementare italiana è di ottimo livello. Il 97% degli alunni di quarta ha imparato a leggere e utilizza queste capacità per imparare.

Il nostro Paese ha ottenuto 537 punti, che è un risultato notevolmente superiore rispetto alla media europea. In vetta ci sono i bambini di Singapore, con un punteggio pari a 587, mentre in fondo alla classifica si trova il Sudafrica, i cui studenti hanno ottenuto un risultato medio di 384 punti. I bambini italiani sanno dunque leggere meglio dei loro compagni francesi e tedeschi, mentre sono sullo stesso piano degli alunni di Danimarca e Norvegia. A fare meglio sono soltanto la Svezia, la Polonia, la Finlandia e l’Inghilterra. Un vero successo, soprattutto se si considera che i nostri ragazzini hanno effettuato il test ad un’età media di 9 anni e 4 mesi, contro i quasi 11 anni dei loro “colleghi” scandinavi.

Interessanti sono i dettagli che emergono dai risultati dell’indagine. A partire dal fatto che sono ancora una volta le bambine ad aver dimostrato un miglior livello di lettura: il loro punteggio medio è di 541, mentre quello ottenuto dai maschietti è di 534. Il divario è comunque inferiore a quello della maggior parte degli altri Paesi. Molto più preoccupante è il gap che emerge tra le scuole settentrionali e quelle meridionali. Sono le regioni del Nord Ovest a dominare la classifica nazionale, seguite dal Centro e dal Nord Est, mentre a chiudere la lista ci sono quelle del Sud e delle Isole. Il divario tra il punteggio del Nord Ovest e quello delle Isole è triplicato rispetto all’analisi precedente, da 12 a 36 punti.

L’allarmante calo nel punteggio

I risultati italiani sembrano essere ottimi, eppure c’è qualcosa di allarmante. Il primo dato che desta preoccupazione è il calo nel livello di apprendimento che si verifica dopo la scuola elementare. “I risultati dimostrano che almeno sulla lettura la nostra scuola primaria poggia su basi solide. In queste fondamenta robuste ci sono però delle incrinature che ai piani bassi non si sentono ancora, ma si fanno sentire più in alto” – ha affermato Roberto Ricci, presidente dell’Invalsi. Ai test Ocse Pisa, i nostri 15enni sono spesso al di sotto della media europea.

Tornando al livello della nostra scuola elementare, a preoccupare è il divario tra Nord e Sud, ma anche il fatto che il risultato ottenuto nel 2021 (seppur oltre la media) è il più basso da quando ha avuto inizio la somministrazione di questi test, vent’anni fa. Nel 2016, ovvero alla data del test precedente, il punteggio medio era di 548 punti. Il Covid ha sicuramente influito, soprattutto nelle regioni del Nord – dove le scuole sono rimaste chiuse più a lungo. Tuttavia, il divario territoriale non accenna affatto a diminuire, visto che è addirittura triplicato.