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Il Prosecco fa litigare il Veneto e la Croazia: lo scontro

La richiesta avanzata dalla Croazia alla Commissione Europea affinché sia riconosciuto il Prosek ha provocato la reazione della Coldiretti e del Veneto

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È scoppiata una nuova “guerra” del Prosecco. La richiesta inviata dalla Croazia alla Commissione Europea affinché sia riconosciuta la dicitura “Prosek” e sia pubblicata in Gazzetta ufficiale la procedura per ufficializzare la menzione ha scatenato la pronta reazione della Coldiretti e della Regione Veneto.

Prosek: la polemica di Coldiretti

In riferimento alla richiesta avanzata dalle autorità di Zagabria, la Coldiretti, in una nota, ha definito il via libera al Prosek croato “un attacco al Made in Italy e al prosecco nazionale che è il vino più esportato nel mondo ma anche il più imitato”.

Secondo Coldiretti, tale decisione “rischia di indebolire la stessa Unione Europea nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi”.

La nota di Coldiretti prosegue così: “Il successo del Prosecco, che ha messo a segno un aumento delle bottiglie esportate nel mondo dell’8% nel primo trimestre del 2021, ingolosisce i falsari con imitazioni diffuse in tutti i continenti dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, ma è stata smascherata dalla Coldiretti la vendita anche del Whitesecco e del Crisecco. Il falso Made in italy alimentare vale 100 miliardi nel mondo dove 2 prodotti su 3 che richiamano all’Italia non hanno in realtà nulla a che vedere con il tessuto produttivo e occupazionale nazionale”.

Prosek: la reazione del Veneto

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha definito “scandalosa” la proposta.

Il suo messaggio pubblicato su ‘Facebook’ si apre così: “La Croazia avvia la procedura di riconoscimento del ‘Prosek’. Difenderemo a tutti i livelli il diritto identitario dei nostri territori“.

Ancora Zaia: “Ogni tanto ci riprovano, come un vecchio tormentone. Ma il Prosecco ha una sua identità che non può essere assolutamente confusa. È scandaloso che l’Europa consenta di dare corso a simili procedure: non si tratta soltanto di scongiurare la confusione sui mercati ma di salvaguardare un diritto identitario. Stiamo parlando di prodotto che riconosciuto con la massima denominazione, la DOCG, con precise zonazioni”.

E poi: “A riguardo vale la pena ricordare che le Colline di Conegliano Valdobbiadene sono Patrimonio dell’Umanità Unesco; è come se qualcuno andasse ad intaccare la denominazione dello Champagne o altre realtà ben radicate a specifici territori e culture”.

La chiosa finale: “Di fronte all’Ungheria abbiamo dovuto rinunciare al nome del Tocai, nonostante fosse prodotto anche da noi. In questo caso non si deve assolutamente cedere sotto il profilo identitario. La difesa non è solo un atto di protezionismo agricolo, economico o commerciale. È una difesa della nostra storia e della nostra identità: il Prosecco non è un vino nato pochi giorni fa; è un vino che si identifica con la nostra storia, i nostri territori, le nostre regioni e l’Italia. I Croati sono nostri vicini di casa e amici, abbiamo ottimi rapporti. Ma ci sono temi sui quali non si può transigere e uno è questo. Bisogna impugnare questo provvedimento a tutti i livelli”.

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