Portofino e Champagne: esplode la polemica tra Italia e Francia
L'uso del nome Portofino sull'etichetta di uno champagne ha scatenato un'accesa polemica tra Italia e Francia, con tanto di interrogazione parlamentare
È scoppiata una battaglia sull’utilizzo del nome Portofino per uno champagne. Ad alzare la voce è Coldiretti Genova, secondo cui “una bottiglia di champagne sulla cui etichetta è menzionato quattro volte il riferimento geografico ‘Portofino‘ per promuovere e commercializzare un prodotto che in realtà non è Made in Italy è un triste caso di Italian Sounding“. La presa di posizione fa seguito all’interrogazione parlamentare a firma di Lorenzo Viviani e al successivo commento da parte di Jamin SRL.
Portofino e Champagne: l’interrogazione parlamentare
Il deputato spezzino della Lega Lorenzo Viviani ha depositato in Commissione Politiche agricole un’interrogazione firmata anche da altri 8 parlamentari leghisti, al fine di tutelare il “Vino degli abissi” Portofino doc, spumante metodo classico prodotto dall’azienda agricola Bisson di Sestri Levante con affinamento in bottiglia sul fondo del Mare Ligure, a 60 metri di profondità, nel parco marino di Portofino.
Da un po’ di tempo, stando alla denuncia del deputato leghista riportata dall’agenzia ‘Dire’, “in Italia sono arrivate, da un terroir unico della Cote de Bar Francese, 3 mila bottiglie numerate di champagne vitigno Principe del Pinot Noir in purezza” che sarebbero sottoposte alla stessa procedura. Il nodo della questione è che sull’etichetta del vino francese compare la scritta “Portofino”, che secondo il deputato potrebbe indurre ingannevolmente il consumatore a ritenere che si tratti di “Portofino doc”, mentre “il vino, seppur rinomato, non ha nulla a che fare con il nostro territorio, visto che viene interamente vinificato in Francia”.
Portofino e Champagne: la replica
La replica della società Jamin srl è stata affidata a un comunicato stampa, riportato dal sito ‘Winemag’: “Siamo un’azienda 100% italiana, iscritta al registro delle imprese italiane nella sezione speciale delle Start up innovative a carattere scientifico”. A proposito della scritta “Portofino” sull’etichetta dello Champagne Jamin-52 Underwater Cloe Marie Kottakis Menocinquantadue, è stato precisato che essa “rispetta i termini di legge nella retro-etichetta, come da accordo di promozione in essere, in cui viene riportato il Disegno/Logo della Area Marina Protetta per la collaborazione allo studio”.
Portofino e Champagne: l’accusa di Coldiretti Genova
Sul suo sito internet, Coldiretti Genova afferma che “è come se una bottiglia di Chianti Classico DOCG, per il solo fatto di essere stata affinata in una cantina del Comune di Barolo (pratica peraltro vietata da numerosi disciplinari che, invece, restringono la possibilità di svolgere tutte le attività di produzione alla sola zona di origine delle uve, proprio nell’ottica di tutelare l’origine), riporti in etichetta il riferimento geografico a Barolo, anch’essa denominazione d’origine protetta”.
Poi si legge ancora: “Sarebbe interessante approfondire come il Pinot Noir arrivi in Italia con (o senza) un’etichetta che riporta la denominazione Champagne, mancante la specifica della AOC (l’equivalente italiana della DOC), venga affinato a 52 metri sott’acqua nell’Area Marina Protetta del Tigullio e ne esca con il ‘marchio’ Portofino”.