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Palazzo Reale a Venezia mostra le stanze restaurate di Sissi e Napoleone

Riaprono al pubblico dopo un lungo restauro le stanze di Palazzo Reale, a Venezia: qui soggiornò a lungo Elisabetta d’Austria, meglio nota come Sissi

Una nuova finestra aperta sulla storia di Venezia: tornano visitabili dal 14 luglio 2022, dopo i lunghi lavori di restauro durati oltre vent’anni, le stanze private di Palazzo Reale. Il percorso attraversa le sale che hanno ospitato le vicende personali e politiche delle famiglie regnanti Bonaparte, Asburgo e Savoia, che fecero di queste stanze il loro rifugio veneziano tra la metà dell’Ottocento e il 1920.

Il gusto neoclassico degli ambienti oggi riportati all’antico splendore si deve a Elisabetta d’Austria: la giovane imperatrice, nota come Sissi, soggiornò a Venezia per lunghi periodi, e fece delle stanze che danno sui Giardini Reali un calmo rifugio dalla vita di corte.

Gli appartamenti di Sissi a Venezia

Nell’Ottocento, il Palazzo Reale di Venezia si estendeva su tutta l’Ala Napoleonica – fatta edificare appunto da Napoleone Bonaparte – e lungo le Procuratie Nuove, per arrivare fino a parte della Zecca e ai Giardini Reali, tra i parchi più belli d’Italia.

L’edificio, oggi sede del Museo Correr, conserva molti tratti distintivi degli anni dei Bonaparte e degli Asburgo, che ne hanno plasmato non soltanto l’architettura, ma anche le decorazioni e gli arredi degli ambienti interni. Furono in particolare i soggiorni dell’Imperatrice d’Austria, Elisabetta di Wittelsbach, a dare forma alle venti splendide stanze private che tornano oggi ad essere visitabili.

La giovanissima duchessa di Baviera, nota come Sissi, soggiornò a Venezia per la prima volta nel 1856, per pochi giorni, e tornò nelle stanze di Piazza San Marco nell’ottobre del 1861. In quell’occasione rimase a Venezia per sette mesi, durante i quali presero forma la camera neobarocca, il boudoir in marmo grigio-azzurro e la Sala delle Udienze, tra le nove stanze già visitabili dal 2012.

“Riscoprire la storia di queste sale è anche riscoprire lo spirito di chi le ha abitate”, spiega Andrea Bellieni, direttore del museo Correr: con l’apertura al pubblico delle altre stanze private abitate dai Bonaparte e dagli Amburgo, si apre una finestra inedita sulla storia della Serenissima, che fu importante centro di potere non soltanto in quanto Repubblica, ma anche in età imperiale e durante il regno dei Savoia.

Il Palazzo Reale torna all’antico splendore

Le stanze private di Palazzo Reale in cui Sissi trovò rifugio dalla vita mondana tornano alla luce dopo un lungo oblio e 22 anni di lavori: iniziata nel Duemila, la grande opera di restauro ha interessato prima gli Appartamenti Imperiali che danno su Piazza San Marco, visitabili sin dal 2012, e poi il resto delle stanze in cui soggiornarono Sissi e i Savoia.

“Napoleone divenne re d’Italia nel 1805, e Venezia era la seconda città del suo regno d’Italia, quindi aveva bisogno di un Palazzo reale”, spiega Jerome Zieseniss, del Comitato francese per la salvaguardia di Venezia, cui si deve il finanziamento del progetto.

Il percorso attraverso le splendide sale che si affacciano sui Giardini Reali è un viaggio nelle atmosfere e nel lusso dell’età imperiale: il lungo lavoro di studiosi, restauratori ed esperti artigiani eredi della tradizione veneziana è riuscito nell’impresa di restituire, intatti, la suggestione e il fascino che legano questi ambienti alle illustri figure che li hanno attraversati.

Il gusto neoclassico di Sissi rivive nelle sale in Stile Impero con decori, tappezzerie ed elementi d’arredo originali che tornano a splendere tra le stanze private e i passaggi segreti di Palazzo Reale.

Sissi è stata quella a vivere più a lungo, e a lasciare più tracce, nella residenza tra Piazza San Marco e il Canal Grande: “Non voleva la vita di corte, la annoiava, decise di andarsene, si costruì una villa a Corfù, e andando e tornando da là si fermava qui a Venezia”, spiega Zieseniss. Dopo Elisabetta, qui soggiornarono anche Massimiliano d’Asburgo, Re Vittorio Emanuele II e la Regina Margherita di Savoia.