Sabbia del Sahara in Italia: le regioni più colpite e i rischi
Una nuova ondata di polvere dal Sahara sta colpendo in queste ore diversi stati europei affacciati nel Mediterraneo, tra i quali anche l'Italia
Tra il 13 e il 14 giugno gli esperti hanno segnalato l’arrivo di un’ondata di polvere dal Sahara che colpirà alcuni paesi del Mediterraneo sudorientale compresa l’Italia. Queste polveri desertiche che rendono il cielo giallo, sono un fenomeno sempre più diffuso, e possono in realtà essere nocive per la salute di alcuni soggetti.
Le regioni più colpite dalla nuova ondata di polveri dal Sahara
Da ieri, giovedì 13 giugno 2024, una nuova ondata di polvere dal Sahara (nota come Saharan Dust) sta colpendo alcuni paesi affacciati sul Mediterraneo. In alcune zone la situazione si sta accentuando velocemente ora dopo ora. I territori maggiormente colpiti sono Grecia, Cipro, Bulgaria, Turchia occidentale, parte dei Balcani ma anche l’Italia meridionale.
A lavorare in maniera costante sulla valutazione della qualità dell’aria c’è il Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus (CAMS), una missione combinata tra la Commissione Europea e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il team in questione studia e fornisce informazioni sulla composizione atmosferica. I ricercatori utilizzano strumenti come i satelliti Sentinel per studiare l’arrivo di queste polveri e il loro effetto sulla qualità dell’aria che respiriamo.
L’apice di questa ondata sembra sia prevista per oggi venerdì 14 giugno anche se l’Italia pare sarà toccata in maniera più marginale rispetto agli altri stati coinvolti. Al sud secondo gli esperti, utilizzando anche modelli previsionali, prevedono saranno largamente coinvolte regioni come Sicilia, Calabria, Basilicata ma anche la Puglia dove in questi giorni è in corso il vertice del G7 con i principali capi di stato.
I rischi per la salute
Già a fine marzo il cielo di Napoli e di altre città del sud Italia si era colorato di giallo a causa dell’arrivo dello Scirocco che aveva portato nella zona la sabbia del deserto del Sahara. Mentre a inizio giugno era capitata una cosa simile al nord, con regioni come Piemonte, Lombardia e Veneto che hanno visto il cielo colorarsi e dopo la pioggia le auto ricoperte di sabbia. Bisogna precisare, però, che quello che arriva qui non è proprio solo sabbia ma rientra nella categoria delle PM10, cioè le polveri sottili, che non sono salutari per l’uomo.
Alessandro Miani presidente della società italiana di medicina ambientale (Sima) ha spiegato il fenomeno e i rischi per l’uomo. Le sue dichiarazioni sono state riportate da ‘Ansa’: “Ciò che arriva dal Sahara non è la sabbia, poiché i granelli per dimensione e peso non possono essere trasportati per lunghe distanze, bensì le polveri più sottili con un diametro medio di 20 micron che ricoprono il deserto nordafricano.”
Il presidente poi continua spiegando quali sono i pericoli ma soprattutto che i soggetti più a rischio. In particolare in queste situazioni devono fare attenzione bambini, anziani e soggetti che soffrono di malattie respiratorie. Sempre su ‘Ansa’ si legge: “I soggetti più a rischio sono bambini, anziani, cardiopatici e chi soffre di malattie respiratorie, a partire dall’asma. Le polveri infatti possono avere anche metalli pesanti al loro interno e unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’aria, e finiscono per essere inalate dall’uomo.”
Si sconsiglia, quindi, alle persone più sensibili di non uscire di casa quando la situazione della qualità dell’aria diventa insostenibile. Il rischio di aggravare condizioni di salute già precarie o di incorrere in nuove patologie può essere davvero alto.