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Perché nessuno vuole la "piccola Versailles" a Orio Litta

A Orio Litta, in provincia di Lodi, c'è un'elegante residenza nota come "piccola Versailles" che da anni non riesce a trovare un nuovo acquirente

Pubblicato:

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Nel cuore del Lodigiano, sorge una delle dimore più affascinanti e ricche di storia dell’intera Lombardia: la Villa Litta Carini, nota anche come “piccola Versailles”. Questa elegante residenza storica, situata a Orio Litta, è custode di secoli di storia, arte e cultura. Frequentata da personaggi illustri come Re Umberto I e il compositore Giacomo Puccini, la villa è da tempo in vendita ma non si riesce a trovare un nuovo proprietario.

Villa Litta Carini: caratteristiche e prezzo di vendita

Villa Litta Carini è stata soprannominata la “piccola Versailles” per la sua eleganza e per l’evidente ispirazione alla celebre reggia francese. Il progetto della villa era stato affidato a fine Seicento a Giovanni Ruggeri, architetto italiano allievo di Carlo Fontana che è stato un importante esponente dell’architettura barocca. La residenza si estende su una superficie impressionante di 11 mila metri quadrati, circondata da un parco di 6 ettari (60 mila metri quadrati), dove a quanto pare si potrebbe anche realizzare un eliporto. Villa Litta Carini è oggi considerata un bene storico e artistico nazionale dalle Belle Arti di proprietà della famiglia Carini. Questa era già stata messa all’asta un paio di anni fa tramite Italy Sotheby’s International Realty, società che si occupa della compravendita di immobili di lusso,

Nonostante le sue dimensioni maestose e il fascino indiscusso, però, la villa non è ancora riuscita a trovare un nuovo acquirente. Il prezzo richiesto è di 6 milioni di euro. Per ora sembra che nessuno sia disposto a investire in questa dimora straordinaria. Gli interni della villa sono eleganti e ricchi di dettagli artistici e architettonici come i soffitti a cassettoni, gli arredi d’epoca e l’imponente scalone d’onore. A questi si aggiungono i raffinati affreschi che decorano le pareti attribuiti al Maggi e alla sua scuola. Esternamente la residenza vanta splendidi giardini terrazzati, curati porticati e cancelli in ferro battuto. Data la sua bellezza la proprietà è a disposizione per matrimoni e altre cerimonie. Nessuno fino a questo momento si è detto interessato all’acquisto, molto probabilmente perché preoccupa la manutenzione di una dimora così imponente.

La storia di Villa Litta Carini

Villa Litta Carini ha una storia lunga e complessa che risale al XVII secolo. Questa, infatti, era stata commissionata da Antonio Cavazzi della Somaglia, esponente di spicco di un’antica e potente famiglia patrizia milanese. Come già accennato la villa è stata realizzata da Giovanni Ruggeri all’epoca architetto molto attivo nella realizzazione di numerose residenze nobili soprattutto in Lombardia. Ruggeri ha così creato un altro capolavoro dell’architettura barocca, destinato a diventare un simbolo del prestigio e dell’importanza della famiglia Cavazzi della Somaglia.

Nel corso dei secoli, la villa è stata più volte ampliata dagli esponenti della famiglia Cavazzi della Somaglia che si sono succeduti. Nell’ottocento, però, i Cavazzi della Somaglia affrontano un periodo di crisi economica e la residenza viene venduta a Sir Richard Holt, un industriale britannico che a sua volta accumulati molti debiti ha dovuto vendere. La proprietà è passata quindi ai Litta, un’altra illustre famiglia milanese che qui ha accolto numerosi personaggi di spicco come Re Umberto I che la utilizzava come rifugio per incontri con le amanti lontano da occhi indiscreti.

Amava venire qui anche Giacomo Puccini che considerava questo un luogo di pace e ispirazione dove poter dedicarsi alle sue composizioni. Durante la Prima Guerra Mondiale, la dimora è stata trasformata in un grande ospedale per accogliere i soldati feriti ed è così diventata un luogo di cura e assistenza. Dopo i Litta nel Novecento la residenza è stata venduta alla famiglia Carini che ancora ne possiede la proprietà.

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