A Napoli inaugurata la casa-museo dedicata a Caruso
È stata inaugurata a Napoli la Casa Museo dedicata a Enrico Caruso: è nella casa natale del tenore ed espone oltre cento cimeli della vita dell'artista.
È stata aperta per la prima volta al pubblico la casa natale di Enrico Caruso: 45 metri quadri in via Santi Giovanni e Paolo, nello storico quartiere San Carlo all’Arena di Napoli.
Inaugurata a cento anni dalla scomparsa del tenorissimo, la Casa Museo Enrico Caruso vuole essere un omaggio alla città e ad uno dei suoi simboli.
La Casa Museo Enrico Caruso
L’inaugurazione della casa-museo si è svolta nella mattinata del 2 Agosto: presenti – oltre ai moltissimi cittadini napoletani accorsi per l’evento – l’assessore alla Cultura Annamaria Palmieri e la pronipote del tenore, Serena Caruso.
“È la prima volta che posso visitare questo luogo di origine per la mia famiglia e per l’intera città”, ha commentato la nipote di Caruso, “Caruso è un patrimonio di tutti, spero che a Napoli si facciano sempre più iniziative per lui”.
La casa-museo dedicata a Caruso è stata finanziata e realizzata interamente da un gruppo di privati: l’apertura del nuovo museo si deve all’impegno del commerciante Lello Reale, proprietario dell’appartamento, al direttore Gaetano Bonelli e al direttore artistico Armando Jossa.
Sono oltre cento i cimeli esposti, alcuni provenienti da collezioni importanti come quelle dell’Enrico Caruso Museum di New York e quella privata dello storico Guido D’Onofrio. Lettere, ritratti, locandine, cartoline, dischi e caricature disegnate dal tenore accompagnano i visitatori in un viaggio nella vita di Caruso, la cui voce torna a diffondersi nella casa da un grammofono d’epoca al centro dell’allestimento.
Enrico Caruso, il tenore dei due mondi
Enrico Caruso nacque nella casa di via Santi Giovanni e Paolo a Napoli il 25 Febbraio del 1873 da famiglia molto povera. Introdotto al lavoro in fonderia ad appena dieci anni, quello del giovane Caruso sembrava un destino segnato dalla nascita.
Pur lavorando, Caruso frequentò una scuola serale ed iniziò a cantare in chiesa durante le cerimonie religiose, finché il baritono Eduardo Missiano si accorse della voce del giovane Caruso nel corso di un funerale nella chiesa di Sant’Anna alle Paludi.
Fu così che Caruso venne affidato al maestro Guglielmo Vergine: la leggenda vuole che il maestro definì la voce del tenorissimo come “‘na voce ‘e niente”, consigliando all’appena diciottenne Caruso di non nutrire troppe speranze.
Enrico Caruso, che non poteva permettersi di pagare le prime lezioni di canto, arrivò in pochi anni al successo mondiale: nel 1900 fu diretto da Arturo Toscanini nella storica Bohème che inaugurò la stagione lirica del Teatro alla Scala; qualche anno dopo era la stella del Metropolitan di New York.
Come ricordato dal direttore Gaetano Bonelli, l’apertura della Casa Museo Enrico Caruso vuole appunto “tramandare e far conoscere la grandezza di colui che è considerato il napoletano più amato e conosciuto al mondo, una gloria di questa città che il mondo ci invidia”, forse troppo spesso dimenticata.