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Milano: il ristorante "Cracco" in Galleria ha aperto i battenti

Cracco apre il suo nuovo ristorante a Milano: cinque piani in Galleria Vittorio Emanuele II, destinati a diventare un indirizzo cult.

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Se ne parlava da tempo e, oggi, è diventato realtà: Cracco, il ristorante che prende il cognome da uno tra i più famosi Chef d’Italia, è stato finalmente inaugurato. In Galleria Vittorio Emanuele II, uno dei più prestigiosi luoghi di Milano, Cracco è un luogo dalle mille anime. E le premesse sono ambiziose. Cinque piani che cominciano con un caffé-bistrot al piano terra per colazioni e per pranzi, e che proseguono poi verso l’alto con un elegante ristorante fatto di stucchi dell’Ottocento e di romantiche atmosfere. E poi, ancora più su, la Sala Mengoni, riservata agli eventi.

La carta mostra una certa continuità con il Victor Hugo, il “vecchio” ristorante di Carlo Cracco. Ma l’ambiente è ancora più esclusivo. Le decorazioni sfarzose ma rispettose del luogo (un progetto dello Studio Peregalli) fanno da sfondo a piatti raffinati, che raccontano una storia ed esaltano gli ingredienti. E così, con Cracco il salotto buono di Milano ha da oggi un indirizzo in più. Un indirizzo che è stato inagurato nella mattina del 20 febbraio, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala, di Fabio Fazio e di Lapo Elkann. Un indirizzo che promette di registrare presto il tutto esaurito.

In questo nuovo ristorante, Carlo Cracco ci crede moltissimo. Ha perso d’ufficio una stella Michelin per il cambio di location, ha rinunciato al suo ruolo di giudice in Masterchef per concentrare qui tutte le sue energie. Ha voluto, per il suo locale, un raffinato connubio tra i dettagli ottocentesci e lo stile Gio Ponti. E così, il bistrot ha pavimenti in mosaico e pareti in stucco decorate a mano con motivo damascato; il bancone dell’Ottocento arriva da Parigi, e uno speciale angolo è dedicato alla pasticceria e alle creazioni in cioccolato del pastry chef Marco Pedron. Al ristorante si accede invece da una saletta in boiserie e carta da parati floreale. «É il primo progetto tutto mio. Mio e di Rosa. Un lavoro che ha richiesto molto tempo e molta passione. Oggi i locali sono tutti minimalisti, asciutti, essenziali. Io ho voluto qualcosa che ricordasse che cos’era questo luogo», ha dichiarato Cracco.

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