Ercolano incanta gli Usa con l'antica spiaggia
La riapertura della spiaggia di Ercolano, sepolta dal Vesuvio, cattura l'attenzione dei media americani per il suo valore storico e culturale
La riapertura al pubblico della spiaggia di Ercolano, sepolta dall’eruzione del Vesuvio, ha catturato l’attenzione della stampa internazionale, in particolare quella statunitense, con numerosi articoli e reportage che celebrano questo straordinario evento.
L’interesse dei media internazionali
La riapertura della spiaggia di Ercolano, nascosta per millenni sotto la cenere vulcanica del Vesuvio, ha suscitato un’ampia copertura mediatica in tutto il mondo. Testate autorevoli come ‘The Guardian’, ‘CNN’, ‘The Independent’ e ‘The Washington Post’ hanno dedicato ampi servizi all’evento. La presentazione del sito, avvenuta il 19 giugno, ha stimolato un grande interesse, soprattutto tra i media americani, tradizionalmente affascinati dalle scoperte archeologiche italiane.
L’antica spiaggia, un tempo simbolo di vita mediterranea, è stata riportata alla luce grazie a complessi lavori di restauro. Come scrive nel titolo il ‘The Washington Post’, “Una spiaggia sepolta dall’eruzione del Vesuvio 2.000 anni fa ha appena riaperto”. Nell’articolo, la reporter Victoria Bisset sottolinea come i visitatori possano ora camminare su questo lido antico, tornato accessibile per la prima volta in quasi duemila anni.
I giornali americani hanno messo in luce il ruolo cruciale del Ministero della Cultura italiano in una recente operazione di scavo e restauro, realizzata in collaborazione con il Packard Humanities Institute. Il ministro Gennaro Sangiuliano ha sottolineato che Ercolano, Pompei e Oplonti sono al centro di numerosi progetti di ricerca e recupero.
Gli scavi sono stati rifinanziati con la legge di bilancio e sono stati attivati nuovi cantieri che stanno portando alla luce tesori archeologici inestimabili. Iniziative che arricchiscono la conoscenza storica e offrono un potenziale sviluppo socio-economico per la regione.
La scelta di un restauro inclusivo e filologico
La risonanza mediatica internazionale rappresenta una rivincita per Ercolano, spesso oscurata dalla più famosa Pompei. Secondo l’Unesco, le rovine di Pompei sono eccezionalmente conservate e non hanno paralleli per integrità ed estensione nel mondo. Per questo motivo, soltanto negli anni Ottanta e Novanta gli scavi a Ercolano portarono alla luce gli scheletri di oltre 300 persone che si erano rifugiate in rimesse per barche, sperando di essere salvate dall’esercito di Plinio il Vecchio.
Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, ha evidenziato che il progetto non si è limitato al restauro, ma ha comportato un significativo sforzo di ricerca. Gli scavi hanno rivelato reperti che hanno permesso di comprendere meglio il passaggio dei flussi piroclastici e ha messo in evidenza la tragedia umana e l’urgenza dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che distrusse sia Ercolano che Pompei.
La riapertura della spiaggia di Ercolano ha rappresentato un’opportunità per dimostrare attenzione alle politiche sociali e all’inclusività. Per garantire l’accessibilità, le autorità locali hanno deciso di non utilizzare la caratteristica sabbia nera vulcanica nella ricostruzione, scegliendo invece un materiale scuro simile all’originale.
Questa scelta ha permesso di ricreare fedelmente la scena come sarebbe apparsa agli antichi abitanti, pur mantenendo l’area accessibile anche per gli utenti su sedia a rotelle.
L’interesse dei media americani, come evidenziato dal reportage della giornalista del The Washington Post, Bisset, ha sottolineato l’importanza di queste scelte. L’articolo ha messo in luce come il parco archeologico di Ercolano abbia dimostrato una particolare attenzione alle politiche sociali.
Il reportage statunitense ha elogiato l’approccio filologico adottato nel restauro, riconoscendo il merito di aver ricreato un’ambientazione storicamente accurata e, al contempo, accessibile a tutti. Il progetto di riapertura della spiaggia di Ercolano rappresenta un’importante vittoria per il patrimonio culturale italiano.