La domus del chirurgo di Rimini è una piccola Pompei romagnola
Il cuore di Rimini custodisce un importante tesoro archeologico risalente al periodo dell'antica Roma
Pensare a Rimini, anche agli sgoccioli dell’estate, fa venire in mente in alle spiagge dell’Adriatico, ma anche agli onirici racconti partoriti dalla mente geniale di Federico Fellini, uno dei registi più creativi d’Italia che proprio nella località romagnola ha ambientato alcuni dei suoi film più famosi, come il meraviglioso Amarcord.
Anche dal punto di vista culturale la città ha molto da offrire: c’è il Tempio Malatestiano, il Ponte Tiberio e l’Arco di Augusto a ricordare quanto profondamente imbevuta di storia sia una città ricca di fascino e di incanto.
A ciò si aggiunge un aspetto poco conosciuto ma non certo meno importante: nei pressi di Piazza Ferrari è presente un complesso archeologico molto importante, meta di turisti che amano riscoprire le orme del nostro passato.
Il complesso si chiama “Domus del Chirurgo” e come suggerisce il titolo, il suo ultimo residente doveva essere un medico di cultura greca, punto di riferimento della città per i casi clinici più gravi e urgenti.
L’abitazione è una delle più eclatanti testimonianze del passato emersa dal centro storico cittadino in occasione di lavori di arredo urbano. Gli scavi hanno fatto riaffiorare in superficie delle testimonianze di notevole valore che abbracciano il periodo che va dall’età romana fino al Medioevo.
Stando alle testimonianze riemerse, l’abitazione venne distrutta da un incendio, le fiamme però hanno risparmiato mosaici, intonaci e arredi e suppellettili raccontandoci un aspetto inedito e interessante dell’antica Rimini.
Tra i ritrovamenti più importanti è proprio il corredo di strumenti che il chirurgo utilizzava per le sue operazioni. Si tratta della testimonianza più ricca che abbiamo di quel periodo grazie ai 150 strumenti che venivano utilizzati soprattutto per i traumi ossei e le ferite. Interventi che il medico Eutyches, questo il nome del proprietario, doveva conoscere molto bene e che fanno pensare a un suo impiego come medico militare.
L’area archeologica rivenuta si estende su 700 metri quadri e comprende diverse costruzioni. Tutti i mosaici ritrovati sono stati spostati nella sezione archeologica del Museo cittadino e testimoniano l’importanza del padrone di casa che si poteva permettere decorazioni raffinate e uniche.