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La cucina italiana "non esiste": cosa ha detto Cannavacciuolo

Antonino Cannavacciuolo ha detto che la cucina italiana "non esiste": le parole del noto chef sulla tradizione e sui prodotti del nostro Paese

Pubblicato:

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Antonino Cannavacciuolo a ruota libera: lo chef campano si è raccontato in un’intervista concessa al ‘Corriere della Sera’, trattando diversi temi, dalla sua avventura nella nuova stagione di ‘Cucine da incubo’ passando alla visione del mondo della ristorazione in Italia e all’estero, fino ad aneddoti legati al suo straordinario percorso professionale.

Cannavacciuolo: la cucina italiana “non esiste”

Uno dei passaggi più significativi dell’intervista di Antonino Cannavacciuolo, uno degli chef più stellati d’Italia, riguarda la cucina italiana che a detta sua “non esiste”: non è una provocazione ma una riflessione da parte di Cannavacciuolo, il quale ha voluto specificare che la cucina è una sola, quella buona, e che la differenza sta nella qualità dei prodotti.

“La ‘nostra’ cucina non esiste, la cucina è una sola, quella buona – ha dichiarato Antonino Cannavacciuolo – di Certo in Italia abbiamo dei grandissimi prodotti, i migliori, e ogni campanile ha la sua ricetta. Ma la cucina ha sapori e contaminazioni da tutto il mondo. Ogni tanto leggo gente che insorge perché si cambia un ingrediente da un piatto tipico, e a me viene allora voglia di farlo, per provocazione, non stiamo salvando vite umane, la cucina è piacere, bisogna farla come più ci ingolosisce”.

Il piacere di cucinare

Nel corso dell’intervista, Antonino Cannavacciuolo che ha deciso di chiudere il bistrot di Novara, ha svelato cosa prova quando si trova in cucina, il suo habitat naturale: “Stare in cucina non è mai una fatica, io mi diverto. Ci apro la giornata e cerco di rimanerci, è il posto più bello dove i possa stare, dove sono davvero tranquillo. Se mi togli la cucina ho finito di vivere”.

E ancora: “Con gli chef che lavorano come me, cerchiamo sempre di inventare cose nuove, sperimenti e vedi se nasce qualcosa…per questo faccio di tutto per esserci, anche quando registro. Ogni volta che posso torno a Villa Crespi e questa è la mia fortuna, quello che ci ha portato alla terza stella. Il mio primo obiettivo era, è e sarà sempre la cucina”.

La popolarità e l’attività imprenditoriale

Molto amato dal pubblico televisivo grazie alla partecipazione a show culinari come ‘Masterchef Italia’ e ‘Cucine da incubo’, Antonino Cannavacciuolo ha parlato della popolarità arrivata grazie alla tv, e del suo straordinario percorso professionale, dalla gavetta alle Tre Stelle della Guida Michelin ottenute con Villa Crespi di Orta San Giulio:

“La vita è cambiata con la popolarità? È vero, è cambiata. Ha fatto crescere molte cose, ma il mio percorso era già scritto, già sapevo quello che volevo fare, la mia idea di imprenditoria legata al cibo. I primi soldi arrivati dalla tv li ho investiti sulla società, in primo luogo per far stare meglio chi ci lavora: ho rinnovato tutta la cucina di Villa Crespi, l’ho resa una cucina professionale, così come Laqua o il Banco di Cannavacciuolo.

Nella ristorazione è facile arrivare ma difficile mantenere un certo livello, bisogna trovare stimoli tutti i giorni, è la parte più complessa. Prima regola per riuscirci? Orari, non si può pensare di entrare in servizio alle 11.30 per poi aprire alle 12. Già le nonne o le mamme, quando volevano fare qualcosa di buono, iniziavano a cucinare alle 6 del mattino. Ti alzavi e nell’aria già sentivi quel profumo di cipolla, serve quel tipo di amore”.

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