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Coronavirus: pasticceri, chef e pizzaioli chiedono detassazione

Gli operatori del settore dell’enogastronomia e dell’hotellerie invocano l'intervento delle istituzioni con una petizione online

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L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio chef, ristoratori, pasticceri e tutti coloro che lavorano nel settore dell’enogastronomia e dell’hotellerie, costretti alla chiusura necessaria delle proprie attività.

Il comparto rischia il collasso anche per le spese che gli operatori saranno chiamati a sostenere, nel momento in cui si potrà ripartire, per continuare a garantire un servizio di qualità ai propri clienti.

Il grido d’allarme è stato lanciato sulla piattaforma Change.org dall’Associazione Cibodimezzo (Brescia), APCI – Associazione Professionale Cuochi Italiani (Nazionale) e RI.UN. Ristoratori Uniti, con il supporto di AMPI – Accademia Maestri Pasticceri Italiani, Associazione Le Soste, Club Richemont, JRE – Jeunes Restaurateurs d’Europe, Associazione Pizzaiuoli Napoletani.

Il comparto chiede, unito, l’intervento delle Istituzioni per mettere in campo aiuti concreti una volta finita l’emergenza Coronavirus, invitando tutti gli operatori del settore, i produttori, i clienti dei ristoranti e i turisti che hanno potuto godere dell’accoglienza di locali e professionisti a firmare e condividere l’appello online.

Nella petizione lanciata delle sette associazioni di categoria e indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si chiedono sia azioni immediate che azioni per la ripresa del mercato, da attuare a partire dalla sospensione delle attuali misure di contenimento.

Tra le azioni immediate, si chiede il blocco integrale di tassazione, oneri e contribuzioni fino alla ripresa del mercato e comunque non prima del 30 dicembre 2020, l’accesso al Microcredito con specifiche agevolazioni per il settore alimentare e della ristorazione, il congelamento delle obbligazioni e il riconoscimento dello stato di pandemia nazionale e quindi di calamità per fruire dei risarcimenti previsti dalle attuali polizze assicurative.

Le richieste riguardano anche le azioni per la ripresa del mercato. Tra i punti chiave, figurano la riduzione del 35 % della contribuzione previdenziale sul lavoro subordinato, prevedendo crediti di imposta da utilizzare per nuove assunzioni e/o per l’impiego di lavoratori svantaggiati, la detassazione e decontribuzione degli straordinari e dei benefits, la valorizzazione del Made in Italy e l’apertura di un tavolo di lavoro con i distributori e fornitori del comparto ristorazione, in modo da individuare le migliori strategie per superare le difficoltà economiche.

L’obiettivo della petizione lanciata da chef, ristoratori, pizzaioli e pasticceri è quello di dare voce al settore dell’enogastronomia e dell’hotellerie, per ricevere aiuti concreti da parte delle Istituzioni al fine di salvare un settore che si ritiene possa essere protagonista primario della ripresa economica.

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