Al Castello di Masino "la più prestigiosa scoperta del Fai"
Al Castello di Masino, in provincia di Torino, c'è stata "la scoperta più prestigiosa del Fai": cosa è stato scoperto e perché è così importante
Il Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, ha inaugurato nella giornata di venerdì 29 aprile il Salone dei Savoia al Castello di Masino, dopo 3 anni di restauri che hanno permesso di riportare alla luce un sorprendente ciclo di affreschi di fine Seicento, perfettamente conservato e fino ad adesso rimasto nascosto da mani di pittura di un successivo allestimento.
Fino al 2019 il Salone dei Savoia era usato come quadreria ottocentesca, dalle pareti dipinte di semplice bianco. Da qualche sprazzo della decorazione sottostante si era ipotizzato potessero essere presenti affreschi antecedenti, ma la scoperta ha lasciato tutti a bocca aperta.
In alcune dichiarazioni riportate da ‘La Repubblica’. il presidente del Fai Marco Magnifico ha commentato così: “È la più prestigiosa scoperta del Fai che mi ricordi, eppure ne faccio parte da 37 anni. Quando si è capaci di interrogare i monumenti con cura e costanza, questi ricambiano con generosità. Nessuno poteva immaginare che dietro a quei 97 ritratti si nascondesse un ciclo così prodigioso e scenografico”.
Cosa è stato scoperto al Castello di Masino
Una volta che è stata rimossa la pittura sui 480 metri quadrati del salone, si è scoperto un salone di rappresentanza sontuosamente affrescato con architetture dipinte a trompe l’oeil che inquadrano vedute paesaggistiche di 22 città del Piemonte e della Savoia, con un fregio di 147 stemmi nobiliari e un albero genealogico alto 3 metri sopra il camino.
Questo programma iconografico, a oggi senza confronti, celebra attraverso l’araldica la dinastia sabauda, a cui la famiglia Valperga, proprietaria per secoli del Castello di Masino, era strettamente legata. In seguito al restauro il Salone, che è anche il più grande del Castello di Masino, è stato anche riarredato com’era, con poltrone alle pareti e grandi lanterne dorate al centro. Oggi, rappresenta il fulcro del percorso di visita di questo complesso che si trova a Caravino, in provincia di Torino, in Piemonte.
Marco Magnifico ha spiegato: “Per rievocare la funzione che alla fine del Seicento avevano quel salone e le 3 sale adiacenti, chiamate ‘Camere degli Ambasciatori’ di Spagna, Austria e Francia, abbiamo invitato a Masino membri della diplomazia internazionale come Christian Masset, Alfonso Dastis e Jan Kickert, ambasciatori in Italia di Francia, Spagna e Austria, con Michele Valensise, già segretario generale della Farnesina, che hanno partecipato a una tavola rotonda. Si è preso spunto dall’intreccio araldico dipinto nel salone centrale, che lega dinastie e casate di tutta Europa, per porre al centro del dibattito la riflessione, oggi quanto mai attuale, sul senso e il valore dell’unità europea e dell’identità comune su cui storicamente si fonda”.
Perché la scoperta al Castello di Masino è così “straordinaria”
Dal Fai, come riporta l’agenzia ‘ANSA’, hanno fatto sapere che “più che nella qualità artistica, il valore di questi inediti e inaspettati affreschi risiede nelle piccole e grandi storie che raccontano e che sono ancora da scoprire, che arricchiscono il patrimonio di conoscenza del castello su personaggi, vicende storiche, funzioni e decorazioni delle sale, ma che soprattutto aprono la strada a ulteriori, inesauribili e promettenti ricerche”.
Il Fondo per l’Ambiente Italiano ha acquistato il Castello di Masino nel 1988, quando ancora era abitato dall’ultimo discendente, Luigi Valperga. Da quel momento, il Fai ha investito complessivamente quasi 16 milioni di euro per la manutenzione, la conservazione e i nuovi cantieri di restauro.