Nuovo allarme per Budelli, minacciata dalla plastica: la denuncia
La denuncia della velista ecologista Valeria Serra: l'isola di Budelli, famosa per la spiaggia rosa, è invasa da rifiuti di plastica che vengono da lontano
La Spiaggia Rosa di Budelli è una delle più note meraviglie della Sardegna: la colorazione rosa della sabbia, dovuta alla presenza di gusci calcarei di piccoli organismi unicellulari che popolano la cala di Roto, la rende una delle visioni naturali più affascinanti e caratteristiche del Mediterraneo.
Nonostante tutte le isole dell’Arcipelago di La Maddalena, di cui Budelli fa parte, sia stato messo sotto tutela con la costituzione del Parco Nazionale omonimo, i problemi dell’isola di Budelli sembrano non essere ancora finiti.
La velista ecologista Valeria Serra, dalle colonne del magazine del Corriere della Sera Pianeta 2021, denuncia una grave situazione di degrado e inquinamento.
Budelli: non solo spiaggia rosa
Michelangelo Antonioni scelse la Spiaggia Rosa di Budelli per girare, nel 1964, alcune scene di “Deserto Rosso”, non a caso il primo film a colori nella carriera del regista Leone d’oro a Venezia.
La spiaggia rosa di Budelli è un’attrazione che da sempre affascina lo sguardo dei turisti di ogni genere e tipo. La forte presenza di vacanzieri ed escursionisti, che ne ha fatto nel corso degli anni l’oggetto di saccheggi e razzie – di sabbia rosa ovviamente, ma anche di conchiglie e coralli – è stata molto limitata nel corso degli anni.
La spiaggia è inaccessibile via mare dal 1998, anno in cui sono stati anche vietati la balneazione e l’ancoraggio di imbarcazioni. Ad oggi, è possibile visitare alcune zone dell’isola accompagnati dalle guide del Parco: la spiaggia rosa, l’isola di Mortorio ed altre aree soggette a tutela ambientale integrale sono osservabili da lontano.
Il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena si estende dalle Bocche di Bonifacio fino alla Gallura: comprende oltre 5mila ettari di superficie terrestre, di cui 180 chilometri di coste, e oltre 15mila ettari di superficie marina.
L’isola di Budelli, con i suoi 12 chilometri di coste, fa parte dell’area di protezione naturalistica dal 1994, anno di fondazione del Parco. I problemi però legati all’afflusso dei turisti non sono ancora finiti: soltanto lo scorso anno, il presidente del Parco Fabrizio Fonnesu dovette chiudere buona parte della spiaggia del Cavaliere, interessata da una presenza antropica decisamente non in linea con l’intenzione di preservare la natura incontaminata dell’isola.
La denuncia: la plastica che viene da lontano
Non sono però soltanto i turisti a provocare danni alle isole dell’arcipelago: la velista Valeria Serra denuncia, da un noto magazine del Corriere, il grave pericolo costituito dall’abbandono di rifiuti, in particolare di plastica.
Se infatti è vero che spesso l’isola si presenta troppo popolata di “motoscafi con l’impianto stereo al massimo, barconi che a suon di megafoni a tutto volume scaricano a terra (…) centinaia di bagnanti”, è altrettanto vero che impedire l’accesso alle spiagge può essere insufficiente, se i pericoli vengono da altrove.
“Dopo gli anni dei furti di sabbia rosa”, scrive Serra, “la piccola perla dell’Arcipelago è tutelata da leggi e ordinanze anti sbarco. Ma nulla può fermare le mareggiate che depositano rifiuti di ogni genere fin anche alle spalle degli arenili.”
Le Bocche di Bonifacio sono infatti una sorta di imbuto, per cui le correnti trasportano i rifiuti provenienti da Spagna e Francia per riversarli sulle spiagge dell’Arcipelago di La Maddalena: in tal senso i divieti sono del tutto inefficaci, perché il problema di Budelli è nelle nostre abitudini più remote.
Se gli anfratti che incorniciano la spiaggia rosa di Budelli sono pieni di immondizia, è perché tendiamo troppo spesso a dimenticare che la corrente “porterà tutte quelle cose che non abbiamo avuto cura di trattenere, di evitare che il vento le portasse via, che la risacca le trascinasse al largo”.
Si tratta di comprendere che il problema ci riguarda, anche se sembra lontano – è l’invito pieno di speranza di Valeria Serra. Esiste anche un attivissimo gruppo di volontari che si occupa di organizzare missioni di pulizia delle coste, “Un arcipelago senza plastica”: il sogno di un arcipelago pulito, però, passa inevitabilmente dalle abitudini di tutti.