Appennino "wild": da Amatrice al Lago di Scanno su due ruote
Itinerario in moto a due passi da Roma, tra scenari da sogno, spettacolari curve in alta quota e le meraviglie inaspettate dell'appennino Abruzzese
Amatrice e Scanno distano appena 150 chilometri. Ne percorreremo circa 235, in un itinerario che attraversa due regioni e quasi trenta comuni tra i Monti della Laga e l’appennino abruzzese, per poi concedersi una piccola deviazione in coda.
Il nostro tracciato corre su cinque strade principali, alcune di grande importanza storica, e si snoda tra slanciati rettilinei e tornanti di montagna che passano tra colline coltivate e altipiani “lunari” a oltre 1800 metri d’altitudine, passando per piccoli centri, riserve naturali e meraviglie inaspettate.
Una giornata all’insegna delle curve e degli scenari più avvincenti dell’Appennino, per cinque ore totali di guida:
- Da Amatrice a Campo Imperatore
- Dal Canyon di Trinità a Sulmona
- L’altopiano delle Cinque Miglia
- Le gole del Sagittario e il Lago di Scanno
Da Amatrice a Campo Imperatore
La prima strada che incontriamo è la SR 577, che ci porta da Amatrice fino alla riserva naturale del Lago di Campotosto attraversando il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
È forse il tratto con il manto stradale meno confortevole del nostro viaggio, ma la panoramicità del tragitto vale di certo un piccolo “sacrificio” iniziale: la veduta del Lago di Campotosto in avvicinamento, dopo appena mezz’ora, scioglierà ogni dubbio.
Seguiamo i contorni dello splendido lago artificiale fino ad incontrare la Strada Statale 80 del Gran Sasso d’Italia, che percorriamo per un breve tratto estremamente panoramico: siamo sul passo delle Capannelle, a 1300 metri d’altezza, in una terra in cui anticamente si muovevano illustri briganti e grandi greggi in transumanza verso l’agro romano.
Ci lasciamo indietro la Statale 80 seguendo le indicazioni per Assergi, ed imbocchiamo la Strada Provinciale del Vasto, strada appenninica a ridosso del monte Portella, decisamente comoda ma altrettanto divertente.
Dopo due ore di guida siamo sulla Statale 17bis di Campo Imperatore, che dalla Funivia del Gran Sasso d’Italia di Fonte Cerreto sarà per un lungo tratto la guida del nostro viaggio. Siamo sulla classica strada di montagna da sogno, capace di regalare ampi tratti avvolti dalla boscaglia e aperte vallate che sorprendono lo sguardo.
Gradualmente lo scenario lascia il confortevole aspetto appenninico e diventa sempre più spoglio, portando a nudo la montagna: incontreremo terra brulla, pietre, mucche al pascolo, tavoli da pic nic solitari, forse neve. Siamo a 1800 metri di quota, a Campo Imperatore, nella foto sotto.
In questi scenari incredibili sono stati girati nel 1971 “Lo chiamavano Trinità…” e “…continuavano a chiamarlo Trinità” con Bud Spencer e Terence Hill.
E sulla scorta della fagiolata più famosa del western, per la nostra prima sosta in quota possiamo scegliere il Ristoro Mucciante o il Ristoro Giuliani: entrambi grandi aree di sosta in cui è possibile acquistare arrosticini e cuocerli da sé sulle griglie a disposizione. Un sogno per ogni motociclista affamato.
Dal Canyon di Trinità a Sulmona
Superato il Canyon della Valianara, o dello Scoppaturo, che fu il set dei western all’italiana ma divenne anche “Il deserto dei Tartari” con Gassman e Noiret e di numerosi videoclip, si attraversa il Valico di Capo la Sella, a 1600 metri. Si riscende verso Castel del Monte, il primo paese che attraversiamo, letteralmente, nel nostro itinerario.
Si esce dal piccolo comune sulla Strada Regionale 17 bis, che con la sua fila di 4 tornanti mozzafiato accompagna la ridiscesa lungo la valle del Tirino, fino a Villa Santa Lucia degli Abruzzi, un paese di appena 92 abitanti a 850 metri di altitudine, che ci lasceremo alle spalle superando un curioso lastricato montano in sanpietrini.
Siamo tornati in uno degli scenari appenninici più classici, tra ulivi e campi coltivati. Siamo su Via del Lago, che ci porta al lago di Capodacqua, il bacino artificiale che sorge nella valle del Tirino, ad un’altitudine di 340 metri, alle pendici del monte Scarafano. Ce lo troviamo, all’improvviso, sulla destra.
Procedendo sulla Strada Statale 153, che costeggia il fiume Tirino, tra impianti da canoa e rafting, verremo felicemente sorpresi da uno dei gioielli assoluti di questo itinerario: le rovine di Santa Maria di Cartignano, nel paese di Bussi sul Tirino.
Nel 1968, durante l’ultimo restauro, fu deciso di mantenere la chiesa – già monumento nazionale – nella forma di rudere, conferendole l’aspetto evocativo che oggi la caratterizza.
Attraversiamo il paese di Popoli e restiamo sulla Statale 17 che lambisce la città di Sulmona, un’ottima alleata per una pausa all’insegna del buon cibo e delle bellezze storiche della città dei confetti.
L’altopiano delle Cinque Miglia
Proseguiamo in direzione Napoli-Roccaraso anche quando incontriamo i primi cartelli per Scanno, la nostra destinazione: l’altopiano delle Cinque Miglia, nella foto sotto, vale assolutamente una piccola deviazione.
Noto anche come Altopiano Maggiore o, più amichevolmente “la Siberia del Mediterraneo”, si trova tra i territori comunali di Rivisondoli, Rocca Pia e Roccaraso, ad un’altitudine di circa 1250 metri, e si estende per circa 9 chilometri.
Qui si registrano spesso temperature record che possono raggiungere i -30 °C.
L’altopiano si trova tra i due grandi Parchi Nazionali d’Abruzzo e Majella: completamente spoglio di alberi, l’altopiano carsico più esteso d’Abruzzo regala scenari da fiaba, spesso ravvivati dalla presenza di cavalli, ovini e mucche al pascolo.
Ci vorrà qualche galleria per arrivare sull’Altopiano, ma lo spettacolo ripagherà l’apparentemente “noiosa”, per quanto noiosa possa mai essere una strada d’Appennino, Statale 17.
Le gole del Sagittario e il Lago di Scanno
Torniamo quindi indietro verso nord sulla SP53, direzione Scanno. In un’ora saremo a destinazione, pause permettendo. E sia chiaro, è difficile resistere alla tentazione di fermarsi un attimo ad ammirare gli scenari incredibili che caratterizzano quest’ultimo tratto del nostro itinerario.
Attraversiamo una zona popolata da piccoli insediamenti, che ci conducono alla riserva naturale delle Gole del Sagittario passando per Anversa degli Abruzzi, uno dei Borghi più belli d’Italia, che vale certamente una sosta rinfrancante.
Lungo il tragitto, vedremo da lontano Castrovalva, piccolissimo comune incastonato su uno sperone roccioso, a oltre 800 metri di quota, che conta soli 12 abitanti.
Le Gole del Sagittario sono un’oasi WWF ed uno degli scenari naturalisticamente più apprezzati del Paese. Tra canyon, falesie e cascate la riserva delle Gole del Sagittario è tutta da visitare, meglio a piedi su uno dei sentieri del CAI.
Quel che possiamo ammirare senza scendere dalla moto è tutto nella vista, e che vista. Arrivati a lambire il Lago di San Domenico, riusciremo forse a scorgere l’eremo di San Domenico, una piccolissima chiesa sulle rive del Lago in cui si dice dimorò il monaco benedettino San Domenico Abate.
Nel paese di Villalago, cui afferiscono sia il Lago sia l’Eremo, troveremo anche una splendida terrazza panoramica sul bacino artificiale che ci lasciamo alle spalle e sulla nostra destinazione.
Una manciata di curve e siamo al Lago di Scanno, a forma di cuore. Arrivando fino all’estremità più a sud del Lago, passeremo letteralmente al di sotto del santuario della Madonna del Lago o dell’Annunziata, caratteristica chiesa sulle sponde del Lago.