Animali sulla Lista Rossa in Italia: oltre 100 specie in pericolo
Aggiornata la Lista Rossa IUCN: secondo il report 2022, in Italia oggi ci sono oltre 100 specie di vertebrati in pericolo o a rischio estinzione
In Italia ci sono oggi 65 specie di vertebrati in pericolo, mentre sono 40 quelle considerate in situazione di pericolo critico, e cioè a rischio d’estinzione. Sono i dati che emergono dall’aggiornamento 2022 della Lista Rossa degli animali in pericolo compilata dagli esperti italiani dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN).
La situazione fotografata dal report IUCN mostra un sensibile aggravamento rispetto all’ultima rilevazione, che risale al 2013: ad essere in pericolo sono soprattutto alcune specie di vertebrati marini e uccelli, passati direttamente dalla classificazione DD (Carente di Dati) alla valutazione CR, ovvero “In Pericolo Critico”.
Quali sono le specie in pericolo in Italia
Secondo i dati della Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani, circa il 30% delle specie presenti nel nostro Paese è in stato di vulnerabilità o a rischio di estinzione. Tra le 700 specie di vertebrati terrestri e d’acqua dolce considerate presenti in Italia, 105 sono classificate “In Pericolo” o “In Pericolo Critico”.
Le specie più a rischio sono costituite perlopiù da vertebrati d’acqua dolce e uccelli. Tra le specie marine italiane classificate come “In Pericolo Critico”, ci sono animali censiti per la prima volta quest’anno da IUCN, come lo Squalo volpe occhiogrosso, la Trota mediterranea, lo Squalo Mako, ma anche creature acquatiche più note e ben monitorate come l’Anguilla.
Restano in pericolo di estinzione l’Orso bruno e l’Orso bruno marsicano, mentre migliora la situazione delle popolazioni italiane di Lupo, Lontra e Gatto Selvatico. Il confronto con i dati del 2013 restituisce una situazione particolarmente allarmante per le sorti di alcuni pesci d’acqua dolce: Savetta, Carpione del Garda e Temolo adriatico mostrano dati peggiori rispetto alla valutazione di nove anni fa. Sono a un passo dall’estinzione anche il Mignattino comune, uccello marino che nidifica sempre più raramente in alcune zone della pianura padana, e l’Orecchione sardo, un piccolo pipistrello endemico della Sardegna.
Lo stesso grado di rischio viene segnalato per il Voltolino e la Schiribilla tra i volatili, e per diverse popolazioni di trote, tra cui Trota mediterranea, Trota marmorata e Trota siciliana. Sono considerati in pericolo critico anche alcuni rapaci, tra cui il Falco Pescatore e il Gipeto, o avvoltoio barbuto, che fu reintrodotto nel Parco Naturale del Gran Paradiso alla fine degli anni Ottanta e che è oggi presente con tre coppie di esemplari all’interno del Parco.
Biodiversità a rischio: intervenire prima che sia troppo tardi
Tra Parchi Naturali, Aree Protette e Riserve naturali, circa il 21% del territorio italiano risulta tutelato. Esistono oggi in italia 24 Parchi Nazionali, alcuni di rilevanza mondiale, 32 Aree Marine protette e una vasta rete di siti tutelati a livello regionale e locale, istituiti negli anni per contrastare gli effetti della pressione antropica sugli habitat naturali delle specie endemiche presenti in Italia.
Sebbene l’Italia presenti “una fauna tra le più ricche dei paesi europei”, infatti, qui le attività umane costituiscono un serio e concreto pericolo per la biodiversità: “La ricca diversità di specie animali e vegetali presente in Italia è soggetta a minacce concrete dovute all’attività umana”, si legge nel report IUCN aggiornato al 2022.
“Sebbene l’abbandono delle aree rurali in favore delle città abbia favorito la rinaturalizzazione di alcuni ambienti”, continuano gli esperti IUCN, “il consumo di risorse naturali da parte della popolazione nelle città è cresciuto, così come l’intensificazione dell’agricoltura che ha ridotto o eliminato gli spazi naturali nelle aree coltivate, riducendone drasticamente l’idoneità per la fauna”.
È di fondamentale importanza, per la tutela della ricchissima biodiversità del nostro Paese, “intervenire per conservare le specie prima che siano troppo prossime all’estinzione”: quello dell’estinzione locale è infatti un fenomeno difficilmente reversibile, che “impone necessariamente costosi interventi di reintroduzione dagli esiti, spesso, incerti”.
È quindi necessario, si legge nel report, “applicare un approccio proattivo che consenta di approntare iniziative di conservazione tempestive”. La Lista Rossa Nazionale IUCN, in questo contesto, è uno strumento di fondamentale importanza, in quanto “consente di rivelare le dinamiche di popolazioni con sufficiente precisione” e indicare le priorità di intervento per la tutela del patrimonio naturale italiano.