L'acqua del fiume Po è diventata salata: cosa succede e rischi
Allarme per il fiume Po: il suo delta è ormai quasi interamente salato, a causa della siccità che ha colpito l'area. Cosa sta succedendo e conseguenze
Il fiume Po sta subendo un fenomeno piuttosto drammatico: a lanciare l’allarme è l’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche italiane, che in questi giorni sta facendo il punto della situazione in tutto il Paese, alle prese con un clima sempre più tropicale dalle conseguenze disastrose sull’ambiente. In particolare, a preoccupare è la condizione del delta del Po, le cui acque stanno diventando salate a causa della siccità.
Perché il fiume Po diventa salato
In Veneto, la situazione climatica si sta facendo sempre più allarmante. Il delta del Po è ormai salato e la portata del fiume ha ampiamente superato (in negativo) i minimi storici. La prima condizione deriva dal fatto che il cuneo salino – ovvero il movimento di acqua salata dal mare verso l’entroterra – è già risalito di oltre 15 km e non accenna ad arrestarsi. Mentre al punto di rilevamento di Pontelagoscuro si è evidenziata una portata di appena 301,6 metri cubi al secondo, notevolmente al di sotto della soglia critica fissata a 450 metri cubi al secondo.
Le conseguenze di questa drammatica situazione non si sono fatte attendere: nel Polesine Rodigino, diverse zone agricole hanno subito un’interruzione della fornitura d’acqua per l’irrigazione, che essendo ormai salata rischierebbe di “bruciare” le colture. Per garantirne la sopravvivenza, sono state attivate pompe mobili d’emergenza. E il rischio è che, già dalla prossima settimana, vengano contaminate anche le falde acquifere destinate all’uso potabile.
“È un fenomeno invisibile, ma che sta sconvolgendo l’equilibrio ambientale del delta polesano” – ha spiegato Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). E se il fiume Po è in condizioni allarmanti, la situazione non è migliore in molte altre zone di tutta Italia. A partire proprio dal resto del Veneto, dove i corsi d’acqua stanno registrando decrescite vertiginose.
La situazione idrica in Italia
La siccità sta colpendo tutto il Paese, regalandoci un’estate bollente e diversi problemi piuttosto preoccupanti sul fronte dell’approvvigionamento idrico. Ai Castelli Romani, secondo l’Osservatorio ANBI, la situazione sarebbe addirittura “catastrofica”: i laghi sono ai minimi storici, e anche il Tevere è sempre più secco. In Piemonte e Lombardia le condizioni non sono meno allarmanti, con fiumi e laghi in continuo decremento. A compensare, sebbene in piccola parte, è l’aumento delle precipitazioni che hanno aumentato la portata dell’Adda. Tuttavia, i danni del violento maltempo non sono certo da sottovalutare.
Anche al centro e al sud Italia la situazione è preoccupante. Permane il rischio di siccità in quasi tutte le regioni, con fiumi e laghi ai minimi storici. In diversi casi, come ad esempio nelle Marche, le condizioni idriche all’inizio di giugno somigliano a quelle solitamente raggiunte non prima del mese di agosto. Mai come quest’anno, dunque, si stanno facendo sentire le conseguenze del cambiamento climatico.
L’Italia sta vivendo una “tropicalizzazione” del clima che porta non soltanto ad un aumento delle temperature, bensì anche ad un maggior rischio di siccità e, nello stesso tempo, ad un feroce maltempo che provoca danni molto ingenti su tutto il territorio. Tanto che in Veneto e in Lombardia si parla già di dissesto idrogeologico.