L'effetto ottico sul Vesuvio: sembra eruttare, poi la scoperta
Stanno facendo il giro del web le immagini che mostrano un curioso effetto ottico filmato sulla sommità del vulcano Vesuvio: guarda il video
Le immagini che mostrano un’incredibile illusione ottica sul Vesuvio stanno facendo il giro del web in questi giorni. Durante la navigazione tra l’isola di Capri e Napoli è stato notato e filmato un curioso effetto che, inizialmente, ha fatto pensare a una possibile nuova eruzione del Vesuvio. Sopra alla cima del vulcano partenopeo, infatti, sembra scorgersi una colonna di fumo, ma in realtà, per fortuna, si trattava solo di nuvole, che si sono poggiate sulla sommità del monte.
L’ultima eruzione del Vesuvio
Scongiurato il rischio di una nuova eruzione del Vesuvio, il video (Ansa) del vulcano che sta facendo il giro del web può essere osservato in tutta la sua magia, in completa tranquillità.
L’ultima importante eruzione del vulcano risale al 1944, tra il 16 e il 29 marzo. L’eruzione del 1944 fu resa celebre dai cinegiornali dell’esercito angloamericano, che a quell’epoca occupava Napoli.
In quell’occasione fontane di lava si alzarono dal cratere fino a raggiungere un’altezza di 800 metri. Vennero distrutte (nuovamente) Massa di Somma e San Sebastiano e furono cosparse di ceneri Ottaviano e l’intero Meridione. A San Sebastiano, 26 persone vennero letteralmente bruciate dalla pioggia di ceneri.
Proprio in seguito all’eruzione del 1944, il condotto craterico subì un’alterazione radicale e, da quel momento, il Vesuvio è entrato in una fase di quiescenza, dicendo addio anche al pennacchio di fumo che era divenuto una costante anche nei periodi di calma durante gli ultimi secoli.
Prima di quella del 1944, altre importanti eruzioni del Vesuvio si verificarono nel 1631 e nel 1906.
La storica eruzione del 79 d.C.
La principale e più devastante eruzione del Vesuvio risale, però, a un tempo molto lontano, più precisamente al 79 d.C. (la data è stata attestata da una lettera di Plinio il Giovane). Tale eruzione ha causato la distruzione di intere città, come Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia, le cui rovine sono state poi parzialmente riportate alla luce a partire dal XVIII secolo.
Anche in tempi moderni, sono moltissime le scoperte archeologiche che hanno permesso di ricostruire almeno parzialmente quello che accadde nel 79 d.C.: proprio nel mese di ottobre 2021, per esempio, è stata data l’importante notizia del ritrovamento dell’ultimo fuggiasco a Ercolano, tra le città più colpite dall’eruzione.