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Sulle orme degli Etruschi in Val di Cornia

Castelli, antiche miniere e una delle necropoli etrusche più importanti d'Italia: la Strada del Vino in Val di Cornia unisce storia e panorami unici

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La Costa degli Etruschi è un sottile lembo di terra che da Livorno scende fino a Piombino costeggiando le spiagge del Tirreno. La Val di Cornia include i comuni di Piombino e Suvereto, ma anche la città etrusca di Populonia e Campiglia Marittima.

L’itinerario sulle orme degli etruschi ruota tutto intorno alla piccola cittadina costiera che un tempo era una delle dodici città della Dodecapoli etrusca con il nome di Popluna, o Fufluna, fiorente insediamento dedito all’estrazione e alla lavorazione dei metalli.

Il nostro viaggio si snoda su un territorio di appena 70 chilometri quadrati e, fino all’imbarco per l’Isola d’Elba, si tratta essenzialmente di percorrere una strada provinciale immersa nelle campagne della Strada del Vino, decisamente percorribile in bici, a cavallo o a piedi, purché con una sosta dedicata alla produzione più pregiata delle colline che affacciano sul Golfo di Baratti: il Val di Cornia Doc.

Tappa 1. Suvereto, il gioiello del Duecento

Suvereto è un piccolo comune nel cuore della Maremma livornese, inserito tra i Borghi più belli d’Italia e insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano: è il primo comune che incontriamo nel nostro itinerario, che percorre la strada del vino della Val di Cornia da nord.

Suvereto, il “bosco dei sugheri” (dal latino suber, appunto “sughero”), prospera già ai tempi della “Maremma amara”, ben prima della bonifica della valle del fiume Cornia.

Suvereto si costituisce libero comune nel 1201 ed è a quest’epoca che risalgono le mura della città ed il suo Palazzo Comunale. A causa dello spopolamento che interessò la città nei due secoli successivi per pestilenze e guerre, lo splendore duecentesco di Suvereto (in foto uno scorcio del caratteristico borgo) è come cristallizzato all’epoca della lega ghibellina.

Suvereto fa parte dei circuiti Città dell’Olio e Città Slow e aderisce alla Strada del Vino della Val di Cornia: dopo una giusta visita alla Rocca Aldobrandesca, un buon calice di Suvereto DOCG, rosso intenso e speziato, accompagnerà con garbo un assaggio di cinghiale e carciofi, tra le specialità del posto.

Suvereto è il centro della produzione vitivinicola del Val di Cornia Doc. Sono molte le cantine che meritano una visita: dalla struttura avveniristica della Cantina Petra, progettata dall’architetto svizzero Mario Botta, alla tenuta giardino biodinamica della Cantina Casadei, non c’è che da seguire l’ispirazione e scegliere l’esperienza più adatta ai propri gusti.

Tappa 2. Campiglia Marittima tra castelli e miniere

Con l’arrivo a Campiglia Marittima inizia il tour delle città etrusche della Val di Cornia, a partire dalla scoperta della tradizione metallifera che è al centro della vita degli insediamenti più antichi della costa degli etruschi.

Al Parco archeominerario di San Silvestro musei, gallerie minerarie e un intero borgo medievale fondato mille anni fa dai minatori e fonditori della zona costituiscono un percorso dal fascino unico, che coniuga la passione per storia e archeologia con itinerari di interesse geologico e naturalistico.

Attorno al Museo dell’Archeologia e dei Minerali vengono ricostruite la storia del villaggio minerario e l’evoluzione della tecnica mineraria dall’epoca etrusca fino ai giorni nostri: la perfetta introduzione per una visita alla Miniera del Temperino e alla galleria Lanzi-Temperino, che si percorre a bordo di uno speciale “treno minerario”.

Per abbracciare con uno sguardo tutta la Val di Cornia si sale sulla Rocca di Campiglia (nella foto in basso), costruita a partire dall’anno 1000, area archeologica impreziosita dal Museo in cui sono esposti oggetti di uso comune e militare, tra cui un importante corazzina pressoché integra.

L’itinerario enogastronomico lungo la Costa degli Etruschi vede in Campiglia la tappa ideale per una degustazione di Aleatico Doc, pregiato vino liquoroso perfetto per accompagnare la “schiaccia”, dolce tipico del campigliese.

Tappa 3. Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia

L’itinerario sulla via degli Etruschi non può che condurci a Populonia, l’antica città etrusca di Fufluna che deve il proprio nome a Fufluns, il dio etrusco del vino e dell’ebbrezza. Populonia era l’unica città costiera tra le dodici della Dodecapoli e conserva una delle aree archeologiche più importanti della penisola: il Parco Archeologico di Baratti e Populonia (in foto in basso), splendidamente affacciato sul mare del Golfo di Baratti.

L’acropoli di Populonia conserva le capanne dei primi insediamenti etruschi, ma anche la vivacità di edifici, mosaici e templi della fase romana.

Qui si trovano l’Edificio delle Logge, una grande struttura ad arcate su cui si apre una terrazza che gli archeologi definiscono “monumentale”, ed una struttura termale risalente al I secolo a.C. incredibilmente intatta.

Il parco offre diversi percorsi dedicati a chi ama il trekking, che consentono di attraversare le diverse aree del parco tra boschi e sentieri immersi nella natura.
Populonia è anche uno dei Borghi più belli d’Italia: il paese è un borgo medievale circondato da imponenti mura che risalgono al Trecento.

La vita all’interno del Castello di Populonia (oggi centro commerciale naturale) è ricca di botteghe e ristoranti tipici, in cui concludere la giornata con un vermentino Val di Cornia Doc in una delle osterie del borgo.

Tappa 4. Piombino e l’isola d’Elba

L’Isola d’Elba è l’ultima tappa del nostro itinerario sulle orme degli Etruschi. Ci si imbarca a Piombino, città che vale di certo una visita: la Casa delle Bifore è soltanto una delle suggestive viste che accompagnano una passeggiata nel centro della città.

Una visita al Museo archeologico di Piombino, che ospita un particolare progetto dedicato alla musica e ai suoni del mondo etrusco, vi condurrà al cospetto dell’Anfora di Baratti, capolavoro in argento del IV secolo che giunse sulle coste di Baratti via mare soltanto nel 1968.

La prima cosa che si vede avvicinandosi con il traghetto all’Isola d’Elba è l’imponente fortificazione del Volterraio (nella foto in basso), la più antica dell’isola nonché una delle poche a resistere ai pirati turchi nel X secolo.

L’Isola d’Elba fu un importante insediamento prima etrusco e poi romano, di cui si conservano le tracce in diverse necropoli e “villaggi d’altura”, che rendono l’isola un museo archeologico a cielo aperto.

L’Isola d’Elba, specie nella bella stagione, merita almeno una sosta di un paio di giorni. Ad allietare il soggiorno, tra gli itinerari sulle tracce delle civiltà antiche e le spiagge più selvagge del Tirreno, non può mancare un assaggio del pregiato passito Aleatico dell’Elba DOCG – magari insieme ad una fetta di schiaccia briaca, il dolce più famoso dell’Isola.

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