Serie tv Brennero su Rai 1: chi era il vero "Mostro di Bolzano"
La serie tv Brennero racconta una storia ispirata a eventi reali dell'Alto Adige e al misterioso mostro di Bolzano, intrecciando realtà e finzione
La miniserie tv ‘Brennero’, trasmessa su Rai Uno, ha riacceso l’interesse per una pagina oscura della storia dell’Alto Adige. Pur ispirata a eventi storici, la serie presenta una trama di finzione che si intreccia con i drammi della regione, evocando un periodo di forti tensioni. Ma chi era il vero “mostro di Bolzano”? E cosa ha ispirato questo personaggio nella narrazione?
Le tensioni in Alto Adige e l’ispirazione dietro la serie Brennero
‘Brennero’ è una serie tv italiana diretta da Davide Marengo e Giuseppe Bonito, trasmessa su Rai 1 dal 16 settembre al 7 ottobre 2024. Con protagonisti Elena Radonicich e Matteo Martari, prende spunto da eventi realmente accaduti, come la Notte dei Fuochi del 1961, quando un gruppo di attivisti sudtirolesi organizzò una serie di attentati contro le infrastrutture energetiche della regione.
Le tensioni storiche di quel particolare periodo, che si traducevano in violenti atti di sabotaggio, volevano richiamare l’attenzione internazionale sulla questione dell’autonomia dell’Alto Adige, una regione culturalmente e linguisticamente legata alla Germania, ma sotto la sovranità italiana.
Nella serie tv, il contesto storico fa da sfondo per una trama ampia, che esplora le tensioni sociali e politiche dell’epoca. La figura del “mostro” emerge come simbolo delle paure e dei conflitti dell’Alto Adige negli anni Sessanta. Pur evocando inquietudini e tensioni, il “mostro” della serie non ha alcun legame diretto con i fatti di cronaca nera realmente avvenuti a Bolzano.
Marco Bergamo, il “mostro di Bolzano”
Nella realtà, il vero “mostro di Bolzano” è stato Marco Bergamo, un serial killer che terrorizzò la città tra gli anni Ottanta e Novanta. Bergamo, nato nel 1966, commise il suo primo omicidio nel 1985, quando uccise brutalmente una giovane donna. La sua carriera criminale proseguì fino al 1992, quando fu arrestato, portando fine a una serie di omicidi che avevano scosso profondamente la comunità di Bolzano.
Le vittime di Bergamo erano prevalentemente donne con storie di vita difficili; alcune erano prostitute. L’assassino agiva con freddezza, selezionando attentamente le sue vittime e lasciando pochissime tracce dietro di sé. Questo modus operandi contribuì a creare un clima di terrore nella città, che sembrava impotente di fronte alla brutalità dei suoi crimini.
Nel 1994, Marco Bergamo fu condannato all’ergastolo per l’omicidio di cinque donne. Nonostante la condanna, durante il processo non mostrò mai segni di pentimento. Bergamo morì in carcere nel 2017, senza mai rivelare fino in fondo le motivazioni dietro i suoi efferati crimini.
Nonostante l’evidente collegamento tra la figura del “mostro” nella serie “Brennero” e i fatti di cronaca nera riguardanti Marco Bergamo, è importante sottolineare che il personaggio della serie è una figura simbolica. Gli autori hanno scelto di creare un “mostro” che rappresenta le paure collettive di un’epoca segnata da tensioni politiche e sociali. In questo contesto, il “mostro” diventa un espediente narrativo, lontano dalla rappresentazione del serial killer che agì negli anni Ottanta.
La serie tv ‘Brennero’, quindi, mescola realtà e finzione, offrendo allo spettatore una riflessione profonda sulla violenza e sulle sue radici. Tuttavia, è fondamentale evitare confusione tra il personaggio della serie e la figura reale di Marco Bergamo, il cui impatto sulla città di Bolzano rimane ben radicato nella memoria collettiva.