Scoperta a Pompei: spunta salone con eroi della guerra di Troia
Gli scavi hanno portato alla luce un nuovo ambiente a Pompei: si tratta di un salone per banchetti dalle pareti affrescate con scene mitologiche
Dagli scavi presso il Parco Archeologico di Pompei riemerge un’altra preziosissima testimonianza del passato: si tratta di un salone per banchetti dalle eleganti pareti nere, sulle quali sono rappresentate numerose scene della guerra di Troia. È una scoperta importante, che fa luce su quelle che erano le abitudini di vita dei personaggi più in vista dell’antica città romana ai piedi del Vesuvio.
Pompei, il salone per banchetti
Negli ultimi mesi, gli archeologi sono impegnati nei lavori di scavo presso l’insula 10 della Regio IX, soprattutto per la messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area già scavata e quella ancora inesplorata. L’obiettivo è quello di tutelare il patrimonio archeologico di Pompei e consentire al pubblico di visitare i resti dell’antica città, sommersa quasi due millenni fa da lava e cenere dopo l’eruzione del Vesuvio.
Durante i lavori, è riemerso un nuovo ambiente precedentemente sconosciuto. È un salone per banchetti che misura circa 15 metri di lunghezza e 6 metri di larghezza: si apre in un cortile che, secondo gli esperti, potrebbe essere un disimpegno di servizio a cielo aperto. Da qui si può raggiungere una scala che conduce al primo piano, lungo la quale non ci sono particolari decorazioni.
Ben diversa è la situazione nel salone per banchetti: qui le pareti sono elegantemente tinte di nero e vi si doveva respirare un’aria di gran lusso. L’ambiente ospitava incontri conviviali tra membri dell’alta società, come si evince sia dalle sue dimensioni che dalla ricchezza delle decorazioni – oltre che dalla maestria con cui sono state realizzate.
I nuovi affreschi sulla guerra di Troia
Sulle pareti del salone, infatti, sono presenti diversi affreschi che rappresentano scene mitologiche, in particolare legate alla guerra di Troia. Databili al III stile, sono stati eseguiti con incredibile abilità e si sono conservati molto bene. Il tema dominante è quello dell’eroismo, con alcuni dei personaggi più conosciuti dell’epopea greca.
Spiccano, ad esempio, le figure di Elena e Paride – quest’ultimo indicato in un’iscrizione con il suo altro nome “Alexandros”. C’è poi Cassandra, figlia di Priamo, accanto ad Apollo: i loro destini sono inevitabilmente legati a doppio filo. Lei, dotata del dono della preveggenza, aveva ricevuto una maledizione proprio da Apollo: per questo motivo, pur essendo venuta a conoscenza dell’infausto destino di Troia, non era riuscita a farsi credere da nessuno.
“Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realtà, parlano del rapporto tra individuo e destino: Cassandra che può vedere il futuro ma nessuno le crede, Apollo che si schiera con i troiani contro gli invasori greci, ma pur essendo un Dio non riesce ad assicurare la vittoria, Elena e Paride che con il loro amore politicamente scorretto sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto” ha spiegato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei.
Gli affreschi, spesso dedicati a figure mitologiche, come nel caso di queste scene incentrate sulla guerra di Troia, venivano impiegati per decorare gli ambienti conviviali delle case romane. Avevano la funzione sociale di intrattenere gli ospiti e i commensali, con l’obiettivo di fornire spunti di conversazione e di riflessione sull’esistenza.