Scoperta medusa aliena in una grotta del Carso triestino
Una nuova specie di medusa aliena, originaria della Cina, sarebbe stata trovata nella grotta carsica chiamata Luftloch in Friuli Venezia Giulia
Le specie aliene rappresentano una delle più grandi minacce per gli ecosistemi italiani ed europei. Queste specie arrivano ovunque, colonizzano ambienti naturali, si adattano e spesso mettono a rischio l’equilibrio di flora e fauna autoctone. L’ultima scoperta, che ha sorpreso gli esperti, arriva da un luogo inaspettato del Friuli. Qui in una grotta profonda del Carso triestino è stata trovata una medusa aliena.
La scoperta della medusa aliena nella grotta Luftloch
Secondo i dati ISPRA di qualche tempo fa le specie aliene in Italia sono all’incirca 3.501, 1.935 delle quali sono ormai da considerarsi come stabilizzate. Le specie aliene invasive sono 489 e rappresentano il 14% del totale; il loro numero, però, cresce al ritmo di circa 16 nuove specie ogni anno. Tra queste c’è anche una medusa aliena che è stata ritrova in una grotta del Carso: la Craspedacusta sowerbii. Dopo la famosa “medusa uovo fritto”, quindi, ci sarebbe anche un’altra specie nelle nostre acque. La scoperta è avvenuta in una grotta chiamata Luftloch, letteralmente “grotta che respira”, situata nel tratto sotterraneo del fiume Timavo, che scorre tra Croazia, Slovenia e Italia.
È qui, a trecento metri di profondità, in un ambiente dove la luce non filtra mai, che un team di ricercatori dell’Università degli Studi di Trieste, in collaborazione con la Società Adriatica di Speleologia e il Museo di Storia Naturale di Trieste, ha fatto la scoperta inaspettata. Il ritrovamento della medusa aliena, Craspedacusta sowerbii, è avvenuto durante un progetto di monitoraggio della biodiversità degli ambienti ipogei. Analizzando l’acqua della grotta Luftloch, i ricercatori hanno individuato il DNA di questa specie, insieme a quello di crostacei, isopodi e insetti tipici di questi ambienti.
La medusa aliena Craspedacusta sowerbii
La Craspedacusta sowerbii è una medusa d’acqua dolce originaria dell’Asia orientale, in particolare della valle del fiume Yangtze, in Cina. Si tratta di una specie dalle caratteristiche molto particolari: da adulta presenta un corpo quasi trasparente ed è dotata di tentacoli urticanti che utilizza per catturare le sue minuscole prede. La sua forma più comune, però, è quella di polipo, lunga pochi millimetri, che vive ancorata a rocce o alle piante acquatiche. Spesso le sue dimensioni sono così ridotte che è anche molto difficile vederla a occhio nudo.
La presenza della Craspedacusta sowerbii in Europa non è una novità assoluta: questa medusa aliena è già stata osservata in diversi fiumi europei, tra cui alcuni corsi d’acqua in Inghilterra, in Croazia ma anche in altre zone d’Italia. La sua scoperta in un ambiente ipogeo come quello della grotta Luftloch, però, rappresenta per ora un caso unico. Ma come sarebbe arrivata fin qui, in un ambiente così remoto e distante migliaia di chilometri dal suo areale originario?
Gli esperti escludono che la medusa possa aver compiuto un viaggio intercontinentale nella forma di polipo. È più probabile che sia arrivata grazie agli uccelli migratori, che spesso trasportano inconsapevolmente semi, insetti e piccole forme di vita acquatica, favorendo l’espansione di specie aliene anche in luoghi distanti dal loro habitat. Una volta arrivata in Europa, questa medusa avrebbe colonizzato i corsi d’acqua dolce passando progressivamente da un fiume all’altro, fino a stabilirsi in zone remote come i tratti sotterranei del Timavo.