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Territorio

Pianosa, un nuovo piano da 21 milioni per far rivivere l'isola

Il Comune di Campo nell'Elba ha presentato alla Regione Toscana un progetto da 21 milioni di euro per far rinascere l'isola penitenziario di Pianosa

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C’è un progetto per far rivivere Pianosa, l’isola del Mar Tirreno dove nel 1856 fu istituita dal Granducato di Toscana la colonia penale agricola di Pianosa e dove furono inviati i condannati destinati ad occuparsi dei lavori nei campi. Scopriamo di cosa si tratta.

La storia del carcere sull’isola di Pianosa

Il carcere sull’isola di Pianosa rimase in attività anche durante l’epoca fascista. Lì, dal 1931 al 1935, fu detenuto anche il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici.

Fino al 1965 sull’isola di Pianosa scontavano la pena i detenuti affetti da tubercolosi. Poi, nel 1977, il carcere fu trasformato in penitenziario di massima sicurezza e la rimanente popolazione dell’isola fu evacuata. Nella struttura voluta dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa furono confinati inizialmente esponenti di organizzazioni terroristiche e, successivamente, pericolosi membri di cosche mafiose.

Col passare degli anni l’attività del carcere iniziò a diminuire e nel 2009 l’allora ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo annunciò che il carcere sull’isola di Pianosa non sarebbe stato riaperto.

Le attività sono cessate definitivamente nel 2011, data in cui è venuto meno anche il divieto assoluto di sbarco sull’isola. Rimangono ancora oggi, però, alcune limitazioni agli approdi a Pianosa.

Il nuovo progetto per far rinascere l’isola di Pianosa

Il Comune di Campo nell’Elba ha presentato alla Regione Toscana un progetto per accedere ai fondi del Pnrr, chiamato “Pianosa Rebirth“. Il piano da 21 milioni di euro presentato dall’amministrazione comunale mira a ristrutturare a riconvertire le strutture penitenziarie di Pianosa in modo da creare le condizioni per riportare sull’isola una comunità residente. Il Comune di Campo nell’Elba punta ad arrivare a 100 residenti e, per raggiungere questo scopo, ha inserito nel progetto la concessione di una casa a chi decida di trasferirsi e aprire un’attività nell’isola. La condizione? Mantenere la residenza a Pianosa per almeno 30 anni.

Il sindaco Davide Montauti, in alcune dichiarazioni riportate da ‘Il Tirreno’, ha detto: “Pianosa è la candidata ideale per il bando della Regione Toscana dedicato alla rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi abbandonati o a rischio abbandono attraverso i fondi del Pnrr. L’isola del Diavolo fa parte del nostro territorio, ma di fatto è sempre stata un mondo a parte fino al 1977, quando chiuse il carcere. Da allora è di fatto disabitata, ma rappresenta una risorsa non solo per Campo nell’Elba ma per tutti. Siamo orgogliosi di presentare il progetto proprio perché siamo convinti che Pianosa sia un patrimonio dell’umanità”.

Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Se arriveranno i fondi del Pnrr ci saranno le condizioni per ripopolare Pianosa, ma chi deciderà di venire dovrà comunque inventarsi un lavoro . Il candidato ideale dovrà avere spirito imprenditoriale, creatività e nuove idee. Nei campi dell’ex colonia penale si potrà puntare sull’agricoltura biologica. Nelle strutture ristrutturate del borgo si potrà realizzare un albergo diffuso. Nelle sale convegni, aule didattiche e centro di attività culturali all’interno di Forte Teglia ci sarà l’opportunità per fare ricerca e studi. Nei vecchi spacci sul piazzale delle Barriere è previsto un mercato per i prodotti artigianali e biologici, a patto che siano a marchio Pianosa”.

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