Pane sospeso, i panifici italiani combattono la fame
Diversi panifici italiani offrono ai clienti la possibilità di lasciare del "pane in sospeso" per le persone in difficoltà
Dai banconi dei bar agli scaffali dei panifici: dopo il caffé, in molti comuni italiani si sta diffondendo la pratica del “pane sospeso”.
Il principio è molto semplice: si comprano delle pagnotte o dei pezzi di pane e si lasciano in panificio, a disposizione di chi non ha la possibilità di comprarne di tasca propria. Un gesto molto nobile, che da un lato si propone di combattere la fame aiutando le persone in difficoltà, e dall’altro contrasta anche gli sprechi alimentari troppo spesso presenti nei negozi, supermercati e simili.
A dare il via a questa singolare iniziativa, è stata la città di Napoli, già patria del caffé sospeso. Gradualmente, però, hanno aderito anche Roma, Milano ed altri centri in tutte le regioni d’Italia. Nel 2017, ad esempio, è stato lanciato il progetto “Pane sospeso a Ruvo di Puglia”: in 5 panifici locali, i clienti possono scegliere se lasciare o meno le monete del proprio resto in un salvadanaio all’interno dei negozi. Le donazioni vengono poi ridistribuite in “buoni pane” ai cittadini dalla Caritas.
Gli esercenti della Confcommercio di Lecco hanno appoggiato un’iniziativa simile. Il “pane in sospeso” lasciato dai clienti nei panifici viene ritirato da Caritas e Croce Rossa Italiana, che in determinate giornate lo distribuiscono alle famiglie da loro seguite. Ogni settimana, circa 30 kg di pane donati grazie alla generosità dei lecchesi e alla disponibilità dei commercianti.
Nel comune di Capannori in provincia di Lucca, è stato invece il forno Martinelli a dare il via a una rete solidale di panetterie: l’obiettivo non è solo quello di aiutare chi è in difficoltà da un punto di vista economico, ma anche di coinvolgere queste persone nella vita del paese, facendo in modo che possano dedicarsi alla spesa come tutti gli altri concittadini.
La lista di città solidali è comunque molto lunga, e include anche i comuni di Trento, Agrigento, Grottaglie e Bologna, dove vige la tradizione del “panino sospeso”. Dal Nord al Sud della Penisola le iniziative legate al “pane sospeso” si differenziano per modalità d’azione e agenti coinvolti, ma il fine ultimo resta sempre lo stesso: permettere a tutti di vivere dignitosamente portando in tavola un buon pezzo di pane caldo.