Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Eccellenze

Nuovo allarme sull'olio italiano: cosa sta succedendo

Allarme scattato per l'olio italiano: la produzione è diminuita sensibilmente negli ultimi anni e c'è uno scarto enorme tra la domanda e l'offerta

Pubblicato:

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Momento delicato per l’olio italiano: la produzione è diminuita in maniera sensibile negli ultimi anni a causa di diversi fattori, dal cambiamento climatico alla crisi economica accentuata prima dalla pandemia e poi dagli scenari bellici internazionali.

Allarme olio italiano: produzione ai minimi storici

A lanciare l’allarme è stata Assitol, l’Associazione italiana per l’industria olearia attraverso le parole del presidente Anna Cane: “La siccità ha colpito il Meridione e la produzione nazionale di olio è stimata in 200 mila tonnellate” ha dichiarato a ‘Il Fatto Quotidiano’. Per capire quanto sia diminuita la produzione, basti pensare che fino a poco tempo fa con 350 mila tonnellate veniva indicata una stagione decente.

Della situazione ha parlato anche Tiziana Starneri di Ismea, Istituto per il mercato agricolo del Ministero: “Un mercato sparigliato negli ultimi anni con incrementi di prezzo eccezionali – ha spiegato a ‘Il Sole 24 Ore’ – per mesi anche oltre la soglia dei 9 euro al litro”.

La raccolta di olive in Italia sta raggiungendo i minimi storici e le cause sono diverse: dal cambiamento climatico, da sempre fattore decisivo per tutto il settore, alla siccità sempre più invasiva nelle tre regioni traino del Mezzogiorno, vale a dire la Puglia, la Sicilia e la Sardegna che rappresentano oltre il 70% della produzione nazionale.

La carenza di olive è causata anche da ragioni economiche strutturali che hanno reso la produzione eccessivamente costosa sul mercato: negli ultimi anni c’è stato un rincaro senza precedenti del prezzo di vendita dell’olio d’oliva a livello europeo, mentre nel nostro Paese è stato raggiunto un picco del 37% che ha portato alcuni prodotti presenti sugli scaffali dei supermercati italiani anche a prezzi superiori ai 15 euro al litro.

Il confronto con i competitor stranieri

Al momento il fabbisogno italiano di olio d’oliva è cinque volte superiore alla produzione del Paese: basterebbe già questo dato a far capire come sia stato inevitabile l’incremento dei prezzi che si è registrato negli ultimi anni. Gli italiani restano grandi consumatori d’olio: la media è di oltre un milioni di tonnellate l’anno, a fronte di una produzione di circa 200 mila tonnellate.

Per cercare di colmare il gap tra domanda e offerta, alcuni produttori hanno iniziato a mischiare miscele straniere a quelle Made in Italy. Ormai da tempo l’Italia ha perso il titolo di leader della produzione di olio a livello globale: in cima alla classifica dei produttori, infatti, troviamo la Spagna, ormai irraggiungibile visto che mediamente produce 1.200.000 tonnellate di olio all’anno.

La produzione della Spagna è sei volte quella dell’Italia che ormai è stata superata anche da altri Paesi del Mediterraneo come la Tunisia e la Grecia che producono rispettivamente ogni anno 320.000 e 200.000 tonnellate di olio d’oliva. L’Italia è stata superata dai produttori stranieri anche perché le aziende olivicole italiane oggi sono microscopiche rispetto a quelle dei Pesi competitor e devono fare i conti con costi di produzione troppo elevati.

Se in Italia ogni azienda ha a disposizione in media 2 ettari per la coltivazione di ulivi, in Spagna la media è di oltre il doppio: con una meccanizzazione più spinta e una coltivazione più intensiva, le aziende iberiche riescono così ad abbattere i costi di produzione, scendendo al di sotto dei 2 euro al litro, meno dei 3,8 euro al litro dell’Italia.

Ti suggeriamo

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963