La 'nduja ha conquistato i pub inglesi. Il caso Yorkshire
Gli inglesi adorano la ‘nduja: il salume calabrese è ormai un classico nella cucina dei pub, e c’è anche chi produce la ‘nduja dello Yorkshire
Gli inglesi hanno scoperto la ‘nduja, e a quanto pare ne sono diventati ossessionati. Pizzerie e ristoranti londinesi sempre più spesso propongono a menù piatti che hanno per protagonista assoluto l’insaccato spalmabile di Spilinga, ma c’è dell’altro.
Qualcuno ha anche iniziato a commercializzare tale ‘nduja dello Yorkshire, che però viene prodotta a quasi 3mila chilometri di distanza dal luogo in cui è nata la ‘nduja, che è un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) inscindibilmente legato al territorio.
La ‘nduja è il nuovo classico dei pub inglesi
Gli inglesi amano talmente tanto la ‘nduja da averla resa uno dei nuovi classici della cucina dei pub. Il salume calabrese è arrivato sulle tavole inglesi passando per le cucine dei ristoranti più blasonati di Londra, a partire dal Bocca di Lupo di Jacob Kennedy: come aveva spiegato lo chef inglese nel 2016, “la ‘nduja è diventata popolare perché è piccante e sa di maiale e queste due cose vanno alla grande insieme”.
Dal punto di vista dello chef, poi, la ‘nduja è una specie di miracolo culinario: “Sta bene con tutto, dalla burrata ai crostacei alla pizza, e si abbina bene alla pasta”, aveva affermato Kennedy interpellato da ‘Bloomberg’, “è come se fosse un olio piccante non vegetariano”.
Da allora i pub inglesi sono cambiati, e qualcosa ha fatto sì che la ‘nduja entrasse di prepotenza anche nei menù delle Public Houses: un esempio su tutti è quello del gastropub bistellato The Hand and Flowers di Marlow. Nell’ambiente tradizionalissimo del vecchio pub inglese, racconta ‘Gambero Rosso’, lo chef Tom Kerridge propone piatti originali e moderni. Tra quelli proposti, crocchette di prosciutto affumicato, polpette di gamberi e, ovviamente, rotolini di sfoglia ripieni di ‘nduja e roll di salsiccia con la ‘nduja.
Il salume calabrese, che secondo la rivista è “l’ultima ossessione degli inglesi”, non è più una rarità in terra britannica. Al contrario, gli inglesi amano così tanto il salume spalmabile di Spilinga che hanno deciso di produrlo in patria, in barba al Made in Italy e ai prodotti “di nicchia”.
La ‘nduja dello Yorkshire: il caso
La ‘nduja è inserita nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani (PAT), un titolo che il Ministero dell’agricoltura riconosce ai prodotti del Made in Italy considerati “di nicchia”, cioè oggetto di produzione limitata sia nelle quantità sia per quanto riguarda l’estensione territoriale.
In teoria, i prodotti PAT appartengono a un ambito così ristretto, quello dei cibi locali tradizionali, da non giustificare l’attribuzione della certificazione DOP o IGP. Tutta un’altra storia rispetto a prodotti come il Prosecco, al centro di una lunga “battaglia” tra Italia e Croazia.
Eppure, come per altre eccellenze del Made in Italy, la ‘nduja sta conquistando un pubblico sempre più vasto, e c’è già chi ha deciso di abbattere i costi producendola da sé. È il caso della Yorkshire ‘nduja prodotta dall’azienda Lishman’s butchers and charcutiers di Ilkley, cittadina del nord dell’Inghilterra a quasi 400 chilometri da Londra.
Il caso è così clamoroso da essere finito nella rubrica “Tuttifrutti” firmata da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: “Prodotto a mano da maiali dello Yorkshire”, si legge sul sito web della salumeria inglese, che non manca di spiegare ai clienti cos’è la ‘nduja e come si usa. La ‘nduja dello Yorkshire, che costa circa 4 euro per 120 grammi, è “ottima spalmata sulla pizza, mescolata al pomodoro e grigliata sul pane, aggiunta a primi piatti o stufati”.
Peccato che, come fa notare il giornalista del ‘Corriere’, la località in cui viene prodotta la Yorkshire ‘nduja si trova a 2.818 chilometri da Spilinga, la città calabrese patria dell’insaccato. Non proprio quello che ci si aspetterebbe da un prodotto “di nicchia”.