Il Molise torna in Abruzzo? La petizione per eliminare la regione
Dopo l'autonomia raggiunta più di 60 anni fa, il Molise potrebbe sparire come regione e tornare a far parte dell'Abruzzo: è partita la raccolta firme
I più giovani non lo ricordano di certo, ma il Molise non è sempre esistito: la regione era un tempo un’unica unità amministrativa con l’Abruzzo, e se ne è distaccata solamente agli inizi degli anni ’60. Questa autonomia non sembra però poter avere – almeno storicamente parlando – una lunga durata. Si parla infatti di riunificare le due regioni, e ha avuto inizio una raccolta firme per dire addio al Molise.
La storia travagliata del Molise
“Il Molise non esiste”: un meme ormai diffusissimo sul web riesce a spiegare in quattro parole ciò che si concentra in poco più di 60 anni di storia. Si tratta di una regione piccola e scarsamente popolata, che non è mai riuscita a svilupparsi economicamente e che ancora oggi è molto più povera rispetto alla media nazionale. Ma in che modo è nata?
Della possibile creazione della regione Molise si era parlato già nel 1947, in occasione dell’Assemblea costituente: la proposta è stata tuttavia bocciata, perché l’intenzione era quella di riconoscere solamente le regioni storiche. Per evitare qualsiasi contrasto, i costituenti hanno anche stabilito, come requisito fondamentale per la creazione di nuove regioni, il limite di almeno 1 milione di residenti.
Il territorio dell’attuale Molise vi era molto lontano, contando a malapena poco più di 400mila abitanti. Tuttavia, i fautori della sua autonomia sono riusciti ad inserire una deroga che confinava il limite demografico solo ai primi anni della neonata Repubblica. Così, nel 1963 si è arrivati finalmente alla decisione tanto attesa: la vecchia regione “Abruzzi e Molise” è stata divisa in due.
La nascita del Molise, con capoluogo la città di Campobasso, aveva precise ragioni amministrative. Se da una parte si è parlato di motivi identitari-culturali, poiché il territorio molisano si considerava un “complesso etnico, storico, geografico e politico nettamente distinto e separato dagli Abruzzi”, ancora più forti sono state le questioni burocratiche.
In passato, infatti, i cittadini dovevano spostarsi fin troppo lontano per poter raggiungere alcuni uffici pubblici: un esempio tra tutti, la Motorizzazione di Pescara era quella competente per sostenere l’esame della patente. Peccato che la situazione non sia granché migliorata dall’epoca, tanto che ancora oggi molti abitanti del Molise devono andare in Abruzzo per alcuni documenti.
La raccolta firme per riunire Abruzzo e Molise
L’autonomia del Molise è ora a rischio: lo scorso 9 marzo 2024 è stata avviata una raccolta firme per un referendum volto a richiedere che la provincia di Isernia prima e l’intera regione poi passino di nuovo all’Abruzzo. I motivi di una decisione così drastica? Il Molise non è mai riuscito a raggiungere uno sviluppo economico soddisfacente, e oggi è gravato da pesanti debiti che non è più in grado di sostenere.
Il divario con l’Abruzzo, e soprattutto con le altre regioni, si è fatto via via crescente. Un’economia prevalentemente agricola, che lasciava poco spazio al settore industriale, ha portato ad avere un Pil pro-capite di appena 24.500 euro – contro il 27mila dell’Abruzzo e i quasi 33mila della media nazionale. Nel 2023 le chiusure delle imprese hanno superato le aperture.
Anche lo spopolamento è un grave problema: basti pensare che alla fine dello scorso anno si contavano appena 289.294 abitanti – una popolazione inferiore rispetto ai periodi dell’Unità d’Italia, una vera e propria eccezione. Tutti gli interventi fin qui adottati per arginare la situazione non si sono dimostrati efficaci. L’unica soluzione potrebbe essere la riunificazione all’Abruzzo? La parola ai posteri.