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La mappa degli stipendi a Milano

Uno studio della CGIL che si basa sui dati INPS ha realizzato una mappa degli stipendi medi a Milano nelle diverse posizioni lavorative

La mappa degli stipendi a Milano

Un’indagine della CGIL che si basa su dati INPS, ha rivelato gli stipendi medi nella città di Milano. Il quadro complessivo che appare da questa ricerca è che, a parità di posizione, le donne risultano penalizzate rispetto ai colleghi uomini dato che prendono salari nettamente inferiori rispetto ai colleghi uomini.

Gli stipendi medi a Milano

Una ricerca realizzata dal Dipartimento politiche del lavoro della CGIL che prende in considerazione 1.687.183 buste paga milanesi ha ritratto il quadro degli stipendi medi nel capoluogo lombardo. Sono stati presi in considerazione i dati del 2020 di persone che lavorano nel settore privato (settore dell’agricoltura escluso) a Milano.

Dall’indagine risulta che il valore medio di uno stipendio si aggira attorno a 123 euro giornalieri lordi.  Questa cifra, però, è il frutto di una media tra salari davvero diversi. Un dirigente prende in media 562 euro lordi mentre un quadro guadagna all’incirca 232 euro lordi. Grande il divario tra queste posizioni rispetto a impiegati e operai che prendono rispettivamente 109 euro lordi i primi e 74 euro i secondi. Tra gli stipendi più bassi, poi, ci sono quelli dei lavoratori interinali che sono all’incirca 83 mila e quelli degli intermittenti che sono circa 43 mila. Gli interinali prendono in media 72 euro al giorno mentre gli intermittenti all’incirca 47 euro lordi al giorno.

Dallo studio, però, spicca un’altra incredibile disuguaglianza: quella tra uomini e donne. In tutte le posizioni lavorative e in tutte le fasce di età la differenza di stipendio tra uomo e donna a parità di posizione ed esperienza è davvero notevole. Ad esempio se un operaio uomo porta a casa in media 80 euro lordi al giorno, la donna ne prende solo 54. Lo stesso divario si trova anche negli altri lavori. Tra gli impiegati se un uomo prende 125 euro, una donna nella stessa posizione ne prende in media 96; anche tra i quadri abbiamo grandi differenze se un uomo prende 242 euro una donna ne prende in media 214. Nelle posizioni dirigenziali, invece, un uomo prende in media 585 euro contro i 478 delle donne.

Tra il 2015 e il 2020 gli stipendi in Italia sono aumentati in media del 7,8% ma con grandi differenze tra le diverse mansioni e posizioni. I salari dei dirigenti, infatti, sono quelli aumentati maggiormente dato che segnano +8% contro quelli di operai e impiegati che sono cresciuti solo del +4%.

L’Italia rispetto agli altri paesi europei

Rispetto agli altri paesi europei l’Italia è la nazione in cui i salari non solo sono cresciuti meno ma sono anche diminuiti. Analizzando i dati dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) si può notare che la Slovacchia è il paese in Europa in cui gli stipendi sono maggiormente cresciuti negli ultimi trent’anni.

Tra il 1990 e il 2020 la Slovacchia ha segnato un +129,6% di aumento seguita dalla Repubblica Ceca +112,4% e dalla Polonia +96,5%. A seguire si piazzano l’Irlanda con +85,5% e l’Ungheria con +72,7%. Se si guarda a questi dati l’Italia è in un’ultima posizione. La nostra penisola risulta l’unico Paese Ocse in cui le retribuzioni medie lorde annue negli ultimi trent’anni sono diminuite e segnano un -2,9%. Un risultato davvero sconfortante soprattutto se letto in relazioni ai paesi a noi vicini come la Germania che segna +33,7%, la Francia +31,1% e l’Austria +24%.