L'Italia dice addio alle cabine telefoniche: dove resteranno
Arriva l'autorizzazione allo smantellamento delle oltre 16mila cabine telefoniche ancora presenti in Italia: solo in alcuni posti rimarranno attive
Sembra davvero giunto il momento dell’addio a quello che è ormai un pezzo di storia: è arrivato il via libera allo smantellamento delle cabine telefoniche ancora rimaste in piedi nel nostro Paese. Ce ne sono ben 16.073 in tutta Italia (ed essendo alcune dotate di un maggior numero di cornette, il computo dei telefoni sale a 35.994 in totale). Da nord a sud, sono uno dei simboli di un passato non troppo lontano, che però non ha più motivo d’esistere. Già dalla fine degli anni ’90, l’avvento dei cellulari – che a quel punto non avevano più costi proibitivi – ha permesso ad un numero sempre maggiore di persone di avere a portata di mano un piccolo dispositivo con cui mettersi in contatto con gli altri. E le cabine telefoniche sono diventate pian piano obsolete, tanto che – secondo recenti stime – quasi 1 italiano su 8 non ne ha mai fatto uso.
Addio alle cabine telefoniche
La Tim è pronta ad eliminare tutte le postazioni telefoniche pubbliche d’Italia. L’AgCom (il Garante per le Comunicazioni) ha concesso l’autorizzazione allo smantellamento delle cabine in tutto il Paese, a patto che ci sia una copertura adeguata – anche da parte di un solo operatore di telefonia mobile – nella zona servita da ciascuna postazione. A spingere verso questa decisione è stato un nuovo sondaggio della SWG, società che realizza ricerche di mercato e studi di settore, nel quale si evidenzia l’ormai inutilità delle cabine telefoniche, sostituite dagli smartphone.
L’intervista, che ha coinvolto oltre 1350 italiani, ha portato alla luce dati interessanti: appena lo 0.5% ha utilizzato una postazione telefonica pubblica negli ultimi 90 giorni, mentre il 12% non se ne è mai servito in tutta la sua vita. Percentuale che include anche i giovanissimi, molti dei quali non hanno idea del funzionamento di una cabina. Senza contare che, per l’80% degli intervistati, non c’è più l’esigenza di usarle e, per il 70%, sono ormai diventate inutili.
Lo stesso Garante ha dimostrato, dati alla mano, che le cabine sono sempre meno utilizzate. Dal 2019 al 2021, il numero di chiamate si è ridotto del 57%, passando da 277 a 118 all’anno. E ormai le postazioni telefoniche pubbliche sembrano essere desuete anche per le chiamate d’emergenza, visto che nel 2021 sono state appena 3 quelle effettuate al 112 da ogni cabina (ovvero il 25% in meno rispetto all’anno prima).
I luoghi in cui rimarranno le cabine
Come abbiamo anticipato, ci saranno dei luoghi in cui le cabine non verranno smantellate. Innanzitutto, la Tim dovrà verificare che la zona sia coperta da almeno un operatore: secondo il Garante, ormai il 99,97% della popolazione è raggiunta da una rete cellulare. Solo 59 postazioni (su oltre 16mila ancora in piedi) risultano essere in aree isolate. In questo caso, la Tim dovrà sospendere la demolizione e chiedere autorizzazione all’AgCom, che entro 60 giorni dalla segnalazione dovrà esprimersi in merito.
Infine, almeno una cabina pubblica dovrà rimanere attiva in ospedali e strutture sanitarie che abbiano almeno 10 posti letto, nelle carceri e nelle caserme con almeno 50 occupanti stabili. Per quanto riguarda il resto delle postazioni telefoniche pubbliche, la Tim non dovrà fare altro che affiggere un cartello su ogni cabina 30 giorni prima della sua dismissione, annunciandone la data dello smantellamento.