Un formaggio sta facendo "litigare" Emilia Romagna e Marche
Emilia-Romagna e Marche stanno litigando per la Casciotta Dop, un formaggio prodotto nella provincia di Pesaro-Urbino, ma anche in quella di Rimini
L’Emilia-Romagna e le Marche sono “in guerra” per un formaggio: le due regioni italiane stanno litigando per la Casciotta d’Urbino Dop. L’Emilia Romagna, infatti, ha avviato una campagna di promozione dei prodotti del suo territorio inserendo (legittimamente) anche la Casciotta d’Urbino che viene in parte lì prodotta. Ma così ha scaturito la rabbia dei marchigiani.
La Casciotta d’Urbino contesa tra Emilia Romagna e Marche
La Casciotta d’Urbino DOP è un formaggio prodotto secondo una ricetta antica con il 70-80% di latte ovino intero e con il 20-30% di latte vaccino derivato da mungiture giornaliere effettuate in allevamenti che devono essere situati in determinate zone. In particolare, le aree di produzione della Casciotta d’Urbino DOP racchiudono tutto il territorio della provincia di Pesaro e Urbino, nella regione Marche, e alcuni comuni della provincia di Rimini. Nello specifico, dieci dei quaranta produttori fanno parte di sette comuni della Valmarecchia che sono passati dalle Marche all’Emilia-Romagna. È per questo motivo che la regione Emilia Romagna ci tiene a promuovere la Casciotta d’Urbino Dop come prodotto tipico anche del suo territorio.
La regione, infatti, ha ideato una campagna marketing con la cantante Orietta Berti, la foodblogger riminese Federica Gif e il digital creator Emi per promuovere la sua tradizione gastronomica. In totale, l’Emilia Romagna può vantare 19 marchi Dop (Denominazione d’origine protetta) e 25 prodotti IGP (Indicazione Geografica Protetta). Tramite dei video i tre protagonisti hanno il compito di far scoprire i principali prodotti della regione a tutti gli italiani e non solo. Tra questi prodotti compaiono il Parmigiano Reggiano, il Formaggio di Fossa di Sogliano, il Grana Padano, lo Squacquerone di Romagna, i salumi come il Prosciutto di Parma, quello di Modena e il Culatello di Zibello ma anche la Casciotta di Urbino. Questo ha causato un litigio con le Marche che rivendicano la paternità del formaggio. Quello che possiamo dire è che il “Cascio di Urbino” ha origini antiche ed era apprezzato già nel Rinascimento. Si dice, infatti, che Michelangelo mentre era a Roma impegnato nella realizzazione della Cappella Sistina si facesse inviare il Cascio prodotto dai pascoli dei suoi territori da uno dei suoi collaboratori che si chiamava proprio Urbino, da qui il nome Casciotta di Urbino.
La “guerra” tra Emilia-Romagna e Marche
Il direttore di Confcommercio Marche Nord, Amerigo Varotti, ha espresso tutta la sua contrarietà verso il comportamento dell’Emilia-Romagna. Le sue parole sono state riportate sulla pagina Facebook di Confcommercio Marche e anche sul Corriere di Bologna: “È una vergogna, l’Emilia-Romagna ci prende tutto, dovrebbe pensare a valorizzare le sue Dop e non quelle a denominazione così chiara. È un fatto inaccettabile questo formaggio è nato nelle Marche, porta il nome di Urbino e viene prodotto ancora in massima parte nel nostro territorio”. Il direttore di Confcommercio continua poi facendo un esempio molto chiaro: “Vi immaginate se Mantova si fregiasse del prosciutto Carpegna Dop, una denominazione di origine protetta delle Marche, solo perché la materia prima, cioè i suini, possono arrivare anche dal Mantovano?”
La Casciotta d’Urbino, infatti, secondo i marchigiani fa parte del patrimonio enogastronomico della regione Marche. Per questo sono stati ideati degli itinerari alla scoperta non sono solo di arte e cultura, ma anche del buon cibo che queste terre producono. Continua poi Varotti: “Sono abituati a mettere mano dappertutto, quando promuovono Cattolica lo fanno abbinando anche le immagini di Gabicce Monte e del parco del San Bartolo che ovviamente sono in provincia di Pesaro e Urbino”.