Farinetti vende Eataly: le cifre dell'affare e cosa cambia
Eataly, colosso di ristorazione e food retail made in Italy, passa ora all'Investindustrial: ecco le cifre della vendita e quali cambiamenti dobbiamo aspettarci
A 20 anni dalla sua fondazione, Eataly passa di proprietà: Oscar Farinetti ha deciso di vendere la catena di ristorazione e distribuzione di cibo made in Italy alla Investindustrial, che è pronta ad espandersi per darle nuovo slancio in tutto il mondo. Le cifre di questo affare sono incredibili, e molti cambiamenti stanno per arrivare.
Eataly, la vendita alla Investindustrial
Fondata ad Alba nel 2002, Eataly è ben presto diventata un’eccellenza nell’ambito della ristorazione e del food retail, puntando tutto sulla qualità del cibo e sulla scelta di dedicarsi solamente al made in Italy. I numeri hanno dato ragione ad Oscar Farinetti, che 20 anni fa si era lanciato in questa impresa: stime parlano di un fatturato complessivo di circa 600 milioni di euro al 2022, nonché ben 44 punti vendita distribuiti in tutto il mondo (alcuni dei quali persino presenti su navi MSC Crociere).
Ora, Eataly cambia volto: Farinetti ha deciso di vendere la società, passata ora nelle mani della Investindustrial, il fondo di investimenti di Andrea Bonomi. Grazie ad un’operazione multimilionaria, la società ha rilevato il 52% della catena di ristorazione. Le cifre dell’accordo? Si parla di un aumento di capitale di ben 200 milioni di euro, oltre ad una somma che non è stata resa nota, la quale è servita per acquisire parte delle quote di Eataly detenute dagli altri azionisti, così da ottenere la maggioranza.
Accanto alla Investindustrial, rimarranno (come soci di minoranza) Eatinvest, detenuta dalla famiglia Farinetti, la famiglia Baffigo/Miroglio e Clubitaly, appartenente alla Tamburi Investment Partners: a loro resterà il 48% della catena di ristorazione made in Italy. Ma cosa cambierà con il succedersi, ai vertici dell’azienda, della nuova società di investimenti? Secondo i progetti di Investindustrial, ci saranno molte novità.
Cosa cambia per Eataly
Grazie all’investimento di 200 milioni per l’acquisto della società, Eataly vede aumentare il suo capitale e può estinguere il suo indebitamento netto, preparandosi ad una nuova flessibilità finanziaria che le servirà per continuare la sua espansione sul mercato globale. Investindustrial (che di recente ha investito nel settore food con l’acquisizione di alcuni brand famosissimi) ha infatti intenzione di far crescere l’azienda sia sul territorio italiano, dove è ormai presente in tantissime città come Torino, Roma, Milano e Bologna, sia nel resto del mondo.
Per il suo sviluppo, Eataly potrà contare su un maggior sostegno alle filiere agroalimentari locali, così da avere sempre materie prime di qualità, ma anche sull’esportazione dei prodotti d’eccellenza del made in Italy. Inoltre, Investindustrial si concentrerà sullo sviluppo di nuovi formati e sull’espansione dei flagship store soprattutto negli Stati Uniti (ne sono già presenti 8) e in Asia (dove conta 16 punti vendita).
Naturalmente, la vendita di Eataly porterà alcuni cambiamenti anche ai vertici della società. Nicola Farinetti, il figlio di Oscar, lascerà la carica di amministratore delegato (che verrà presto occupata da un manager di grande esperienza, di cui non si conosce ancora l’identità) e diventerà presidente. Mentre la sede dell’azienda rimarrà a Monticello D’Alba, là dove tutto è nato, ormai tanti anni fa.
“L’accodo sottoscritto apre ad una partnership strategica che proietta Eataly in una nuova fase della sua storia, che si prospetta di grande crescita a livello internazionale. E che ci permetterà di rafforzare il nostro format unico al mondo, promuovere progetti legati all’innovazione e valorizzare i nostri talenti” – ha affermato Nicola Farinetti.