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Dopo il pitone reale a Roma un altro serpente scatena il panico

A Roma sembrano moltiplicarsi gli avvistamenti di serpenti: dopo il recupero di un pitone è stato avvistato in zona Parioli un biacco

Pubblicato:

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Dopo i numerosi avvistamenti di cinghiali, ormai comuni in diverse zone della capitale, le cornacchie e addirittura un lupo, anche i rettili si sono aggiunti alla lista di animali selvatici presenti nelle aree urbane romane. Un nuovo episodio a Roma, infatti, ha destato  preoccupazione tra i residenti della capitale. In questo caso nel quartiere Parioli era stato avvistato un serpente che ha fatto scattare l’allarme tra gli abitanti. La situazione ha subito riaperto il dibattito sulla presenza ormai massiccia di animali selvatici nelle aree abitate di Roma.

Trovato un serpente in zona Parioli a Roma

Il fatto è avvenuto nel tardo pomeriggio di lunedì scorso, quando un serpente ha fatto la sua comparsa in una delle strade residenziali dei Parioli, uno dei quartieri più noti e popolati della Città Eterna. La notizia si è diffusa velocemente, generando una certa preoccupazione tra i residenti che hanno immediatamente segnalato la presenza dell’animale alla Polizia Locale. In risposta alla segnalazione, gli agenti sono intervenuti prontamente bloccando temporaneamente il traffico nella zona.

Per identificare il serpente, le autorità hanno contattato l’associazione Earth, un’organizzazione esperta nella tutela e protezione degli animali. Dopo un attento esame degli esperti, si è scoperto che si trattava di un biacco (Hierophis viridiflavus), un serpente comune nelle regioni centrali dell’Italia. Il biacco è un animale completamente innocuo per l’uomo. Il biacco si nutre di piccoli mammiferi, anfibi, uccelli ma anche altri rettili e roditori, compresi i topi.

Gli esperti hanno, quindi, consigliato di lasciare l’animale libero di allontanarsi autonomamente, poiché il serpente biacco vive abitualmente in aree verdi, come parchi e giardini, e non rappresenta una minaccia per l’uomo. Nonostante l’identificazione, il fatto ha comunque suscitato una certa curiosità e ha stimolato di nuovo il dibattito sull’aumento delle segnalazioni. Non è la prima volta, infatti, che un serpente viene trovato tra le strade della capitale.

Insieme all’avvistamento del serpente, infatti, in precedenza la Polizia Locale era stata chiamata per un altro ritrovamento inusuale: un agnellino smarrito vagava da solo nelle vie alla periferia est della città. L’animale è stato soccorso e posto sotto la custodia delle autorità. Un episodio simile era avvenuto a inizio anno quando una pecora domestica era stata avvistata in giro per le strade della Città Eterna.

Altri casi recenti: trovato pitone a Ponte Mammolo

Solo qualche giorno prima dell’avvistamento del serpente biacco ai Parioli, un altro serpente aveva destato preoccupazione nella zona di Ponte Mammolo, nell’area nord-est della città. Qui una pattuglia della Polizia Locale era stata chiamata dai cittadini allarmati dalla presenza di grande rettile. Dopo l’arrivo degli agenti sono state chiamate le Guardie zoofile che hanno rimosso l’animale: un pitone reale di circa un metro. Anche questo serpente, una specie protetta originaria dell’Africa, non risulta velenoso e viene spesso tenuto come animale domestico.

A differenza del biacco, però, il pitone reale non è autoctono del territorio italiano e per questo motivo è stato preso in custodia dalle autorità. Il pitone reale è stato temporaneamente trasferito in un centro specializzato per rettili, in attesa di chiarire come abbia potuto trovarsi in una strada urbana. Non è raro che serpenti esotici sfuggano al controllo dei proprietari, causando allarmi. Un episodio simile, ad esempio, era avvenuto a Piacenza anni fa. In quell’occasione un pitone albino era stato trovato in una piazzola della A1 all’altezza di Fiorenzuola d’Arda.

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