Conclave, da dove si vede la fumata bianca per il nuovo Papa
L’elezione del nuovo Pontefice segue passaggi solenni e norme definite, con fumata bianca o nera visibili da un punto preciso della Città del Vaticano
Come da tradizione, durante i giorni del Conclave, gli occhi del mondo saranno puntati su un segnale tanto antico quanto simbolico: la fumata bianca. Ma da dove si vede la fumata che annuncia l’elezione del Pontefice?
Come avviene l’elezione del Papa nel Conclave e cosa indicano le fumate
Il prossimo Conclave per l’elezione del nuovo Papa inizierà il 7 maggio, come stabilito dai cardinali riuniti in congregazione generale il 28 aprile, scelta che ha chiuso ufficialmente la fase preparatoria per designare il successore di Papa Francesco.
La procedura per eleggere un nuovo Papa si basa su un sistema di scrutinio segreto, che avviene all’interno della Cappella Sistina, inaccessibile al pubblico. Solo i cardinali elettori vi hanno accesso: si tratta di ecclesiastici con meno di ottant’anni, come stabilito da una riforma voluta da Paolo VI. Ogni cardinale riceve alcune schede su cui scrivere il nome del candidato scelto.
Le schede vengono poi piegate, raccolte in un’urna e contate. Lo spoglio dei voti avviene in forma solenne. Ogni nome viene letto a voce alta e, una volta verificato che il numero delle schede corrisponde a quello degli elettori, queste vengono forate e legate insieme. Per essere eletto, un candidato deve ottenere una maggioranza qualificata pari ai due terzi dei voti. Quando ciò non accade, si procede con un nuovo scrutinio.
Al termine di ogni sessione, per garantire il segreto assoluto, le schede vengono bruciate in una speciale stufa all’interno della cappella. È da questo gesto che nasce il segnale delle fumate. Se il voto non ha portato a una decisione, dal comignolo posizionato sul tetto si alza fumo nero. Se invece un Papa è stato eletto, il fumo è bianco, annuncio visivo che raggiunge immediatamente i fedeli raccolti a Roma, in Piazza San Pietro.
Per rendere chiaro il colore del fumo, al materiale cartaceo vengono aggiunti specifici composti chimici: per ottenere il nero, si usano sostanze come perclorato di potassio, antracene e zolfo; per il bianco, clorato di potassio, lattosio e colofonia.
Dove si osserva la fumata bianca e perché è così importante
Il punto da cui si osserva la fumata è il comignolo installato sul tetto della Cappella Sistina, nel cuore della Città del Vaticano. Da lì, il segnale visivo si diffonde sopra Piazza San Pietro, dove si radunano fedeli, giornalisti e curiosi. Il comignolo è collegato a una stufa appositamente predisposta per la combustione delle schede, e l’intera struttura viene montata all’inizio del Conclave e rimossa subito dopo la sua conclusione.
La tradizione della fumata ha origini ottocentesche, ma in un primo momento veniva emesso solo fumo nero, per segnalare l’assenza di un verdetto. Solo nel 1914, con l’elezione di Benedetto XV, si è introdotto l’uso della fumata bianca per comunicare la scelta definitiva. Da allora, ogni elezione papale ha seguito questo rituale, diventato una delle immagini più riconoscibili della Chiesa cattolica.
Sebbene i cardinali possano votare fino a quattro volte al giorno, le fumate visibili pubblicamente sono solo due: una verso mezzogiorno e l’altra intorno alle 19; questo perché le schede vengono bruciate ogni due scrutini. Qualora l’elezione del Papa avvenga già al primo voto della sessione, la fumata bianca può comparire anche in anticipo rispetto agli orari consueti.
Il significato della fumata è decisivo: nero indica attesa, bianco annuncia un nuovo inizio. Non è necessario alcun comunicato ufficiale: è il fumo stesso a parlare, un linguaggio antico che, pur essendo privo di parole, riesce a trasmettere uno dei messaggi più attesi dal mondo cattolico.