A Bologna è nata la prima osteria "a tempo"
Alla luce dell'emergenza Coronavirus, un ristorante di Bologna ha deciso di rivoluzionare la sua formula, diventando così la prima osteria a tempo
L’emergenza Coronavirus ha rivoluzionato il mondo della ristorazione in Italia e nel mondo e i locali stanno ideando nuove soluzioni per far fronte al difficile periodo e sopravvivere. L’ultima novità in tal senso arriva da Bologna, dove è nata la prima osteria “a tempo”.
Antonella De Sanctis e Mirco Carati, i titolari del locale Vâgh íñ ufézzí (che in dialetto bolognese significa “vado in ufficio“) in via dei Coltelli, hanno deciso di rivoluzionare la formula del loro ristorante per sopravvivere all’emergenza Covid-19 che ha provocato una drastica riduzione dei coperti nel loro già piccolo locale.
Ispirandosi a un vecchio locale in via del Pratello, il Ghiton, dove si mangiavano solo fagioli e si pagava un conto proporzionale al tempo trascorso al tavolo, i titolari del Vâgh íñ ufézzí hanno deciso di studiare una nuova formula: ora, nel ristorante di Antonella De Sanctis e Mirco Carati, si possono mangiare i consueti piatti della tradizione, nelle stesse invariate porzioni, ma prenotando una fascia oraria, consumando a volontà il cibo in quel lasso di tempo e pagando una quota fissa.
In sostanza, al Vâgh íñ ufézzí di Bologna si prenota un tavolo indicando il numero di persone al tavolo e il tempo che si vuole trascorrere in osteria (si parte da un minimo di un’ora, in modo da consentire alla cucina di preparare i piatti caldi). Il menù include 9 portate e, nel periodo di tempo prenotato, si può mangiare tutto senza limiti, dall’antipasto al dolce, passando per le tipiche crescentine. Allo scadere del periodo prenotato, i clienti sono obbligati a lasciare il tavolo a chi viene dopo di loro.
Un pasto di un’ora, al Vâgh íñ ufézzí, a Bologna, costa 18 euro a persona. Per 2 ore, invece, il costo complessivo è di 26 euro, sempre a persona.
Sulla pagina ‘Facebook’, il Vâgh íñ ufézzí si presenta così: “Le origini del nostro locale risalgono agli inizi del Novecento. Da allora si sono susseguite diverse gestioni come la Signora Maria, più recentemente Sale e Pepe, fino ad arrivare al 2005 quando siamo subentrati noi con Casa Carati, piccolo ristorante con una cucina mediterranea. Dal settembre 2013 ci siamo trasformati in osteria rinnovando l’aspetto del locale, ma tornando alla tradizione della cucina classica bolognese. ‘Me a vâgh íñ ufézzí’ era l’antico modo di dire dei nonni bolognesi per indicare quando andavano in osteria e non volevano essere disturbati perché per loro era un luogo inviolabile. Siamo Mirco e Antonella, ‘lui’ in cucina e ‘lei’ in sala, vi aspettiamo in un’atmosfera tranquilla e rilassata”.