Il Barolo da record delle Langhe: mezzo ettaro vale due milioni di euro
Durante l'edizione 2018 di Vinitaly è stata svelata la quotazione del cru Cerequio acquistata da un misterioso acquirente anonimo
La notizia si è aggirata tra gli stand di Vinitaly facendo discutere enologi e viticoltori. Un compratore anonimo, che ha voluto rigorosamente mantenere il riserbo sulla propria identità, ha acquistato mezzo ettaro di vigneto da Barolo nel cru Cerequio di La Morra per una cifra stratosferica: due milioni di euro, portando le quotazioni del celebre vitigno delle Langhe a 4 milioni di euro ad ettaro. Il rialzo dona ulteriore lustro al Barolo, vino tra i più raffinati del mondo, presente di diritto nel gotha dei vini planetari più buoni in assoluto.
Indiscrezioni e confronti tra chi conosce bene il territorio non sono riusciti a svelare l’identità del misterioso acquirente. Non pochi pensano che il nuovo proprietario sia uno straniero, un cultore del nettare di Bacco che con un’operazione veloce e sorprendente è riuscito ad assicurarsi una porzione di territorio tra i più desiderati dai produttori di vino. Cifre stellari che travalicano il semplice investimento produttivo portando i terreni dove crescono, sane e rigogliose, le viti che daranno poi il vino che può vantare l’etichetta Cerequio, a diventare un investimento di tipo finanziario.
Un ritorno economico a breve termine, infatti, a fronte di un investimento così cospicuo non potrà che esserci tra molti anni. Ma dietro l’acquisto, evidentemente, non c’è tanto la volontà di guadagno, quanto l’investimento in un bene di inestimabile valore qualitativo, un gioiello territoriale che possono vantare in pochi.
Alcuni imprenditori della zona non hanno dubbi, il recente acquisto a cifre così alte sta portando il Barolo e il territorio in cui si producono le raffinate uve da cui ricavare il pregevole vino, sempre più vicini alle stime qualitative della Borgogna, dove per i vigneti si vendono a filari e per un ettaro di preziose uve è possibile pagare anche cifre che si avvicinano ai 10 milioni di euro.
Qualche tradizionalista però storce il naso. L’idea di vedere anche pochi metri quadrati in mano a degli affaristi, che magari poco conoscono il territorio, spezza una tradizione che solo i veri barolisti possono vantare. La compravendita con cifre a sei zeri può andar bene per chi ha come finalità ultima soltanto le logiche di guadagno – ha dichiarato più di un imprenditore della zona – e non chi passa un intero anno a curare ogni singolo germoglio in vista della vendemmia.