Allarme limoni in Sicilia: cosa sta succedendo
In Sicilia da tempo le alte temperature e la siccità hanno portato diversi produttori a sostituire le coltivazioni di limoni con frutti tropicali
La Sicilia, da sempre terra di agrumi per eccellenza, è oggi al centro di una crisi che sta colpendo duramente la produzione di limoni ma anche di arance. Il cambiamento climatico sta trasformando radicalmente il panorama dell’isola: le temperature si stanno alzando in modo preoccupante, le estati sono sempre più torride e le precipitazioni sempre più scarse. A questo si aggiunge il problema della crisi idrica che sta attanagliando questa regione da tempo. Molti aspetti, quindi, sembrano aver messo a dura prova le coltivazioni tradizionali. Così molti hanno deciso di sostituire i limoni con coltivazioni tropicali più redditizie.
Allarme per le coltivazioni di limoni in Sicilia
La nostra penisola è tra i principali produttori in Europa per quanto riguarda gli agrumi con valori di export che si aggirano attorno ai 250 milioni di euro. La produzione, però, è messa a rischio da alcune malattie e da diversi fattori, soprattutto in Sicilia. La crisi idrica che sta investendo l’isola sta mettendo in seria difficoltà la filiera con effetti devastanti sulle produzioni locali. Le arance, sempre più piccole a causa della scarsità d’acqua, vengono così vendute a prezzi inferiori. I limoni, simbolo dell’agricoltura siciliana, non sono da meno: la siccità persistente rischia di far crollare drasticamente la produzione.
Oltre alla carenza d’acqua, un ulteriore problema sta affliggendo le piante di limoni: un insetto parassita ha colpito duramente gli agrumeti, rendendo ancora più difficile la sopravvivenza delle coltivazioni. Un problema purtroppo che è capitato anche in Costiera amalfitana dove i limoni sono stati colpiti da un fungo. Gli agricoltori, quindi, si trovano a combattere non solo contro un clima sempre più ostile, con temperature che in estate sfiorano i 50 gradi e inverni senza piogge, ma anche contro minacce biologiche che mettono in ginocchio la produzione.
La diffusione della cultura dei frutti tropicali
Di fronte a questa situazione molti hanno dovuto fare scelte drastiche. Gli ettari di limoni che si riducevano e i margini di guadagno sempre più ridotti hanno spinto alcuni a riconvertire le proprie aziende. Così, in molti casi, i limoneti hanno lasciato il posto a frutti tropicali e altri prodotti. Sulle colline alle spalle di Palermo, ad esempio, è nata una grande piantagione di caffè.
Un altro esempio emblematico di questa trasformazione è quello riportato dal ‘Corriere della Sera’ che racconta la storia di Mario Faro. Mario ha 48 anni ed è ora considerato il maggiore produttore di avocado in Sicilia. La sua azienda, situata tra Acireale e Taormina, un tempo produceva piante ornamentali e coltivava agrumi. Un parassita, però, ha colpito tutta la sua produzione. A questo si sono aggiunte estati caldissime e inverni senza pioggia che rendevano tutto più difficile. Di fronte a questa situazione, Mario ha fatto una scelta: convertire la produzione. L’uomo ha così deciso di puntare su avocado e altri frutti tropicali.
Se da un lato il cambiamento climatico e la crisi idrica stanno mettendo in ginocchio alcune delle coltivazioni dall’altro si stanno aprendo a nuove opportunità. Le alte temperature, infatti, permettono la diffusione della produzione di frutta tropicale come mango, avocado e papaya. Una tipologia di frutta sempre più richiesta dai consumatori. A Balestrate, piccolo comune al confine tra le province di Trapani e Palermo, almeno 15 aziende agricole hanno abbandonato gli agrumi per dedicarsi alla coltivazione del mango. Questo ha anche dato vita a un evento chiamato “Le vie del mango” che viene organizzato ogni anno verso la fine dell’estate e richiama sempre più partecipanti.