Tra valli scoscese e vegetazione selvaggia, i borghi abbandonati della Calabria regalano atmosfere uniche in luoghi incastonati nel tempo
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Valli scoscese, mare a perdita d’occhio e una vegetazione aggrappata a un’aspra terra selvaggia, profondamente affascinante ma non sempre ricca di opportunità. In Calabria c’è una costellazione di borghi abbandonati soprattutto nell’estremo sud che porta ancora testimonianza dell’antica dominazione greca in un dialetto ricco e affascinante che è una miscela tra calabro e antico greco.
Raggiungere questi luoghi abbandonati per cataclismi o per la diffusa mancanza di lavoro non è semplice, bisogna arrampicarsi tra difficili curve, territorio smottato, greggi e mandrie, ma una volta giunti nei borghi fantasma il fascino intatto degli antichi villaggi dall’aspetto presepiale rapisce lo sguardo ed emoziona l’animo.
Pentadattilo
Pentadattilo, frazione di Melito di Porto Salvo, si staglia su un panorama mozzafiato che domina la punta estrema della Calabria. Da questa altura è possibile scorgere l’Etna e il territorio siciliano che circonda il vulcano. Il borgo ormai abbandonato, ma in fase di recupero, è sovrastato da un’altura che assomiglia a una gigantesca mano con le cinque dita protese verso il cielo. Da qui il nome di Pentadattilo. Conosciuto anche come “il paese che cammina” a causa delle continue manifestazioni sismiche che attanagliano questa porzione di territorio, all’inizio del secolo scorso forti terremoti costrinsero la popolazione ad abbandonare il paese. Oggi il borgo, dove regna pace e tranquillità, è oggetto di recupero per finalità turistiche. La volontà degli abitanti limitrofi è di farne un punto di riferimento e un centro internazionale per il dialogo tra i popoli.
Africo Vecchio
La storia di Africo Vecchio è legata alla terribile alluvione del 1951. Il paese venne distrutto dall’acqua e gli abitanti abbandonarono l’antico borgo trasferendosi a pochi chilometri di distanza fondando un nuovo villaggio, dallo stesso nome, dove tutt’oggi vivono i discendenti del vecchio paese abbarbicato sull’Aspromonte. Prima della fatidica alluvione Africo fu protagonista di importanti reportage, pubblicati dall’Europeo e oggetto di cinedocumentari, che verificavano lo stato di arretratezza del “paese della perduta gente” o “il più isolato borgo dell’Apromonte”.
Panduri
Borgo pieno di fascino e mistero, Panduri, nella provincia di Reggio Calabria, era nel XVI secolo un villaggio vivo e dinamico dove monaci e contadini strinsero un forte sodalizio che sfociò nella divulgazione di tecniche avanzate di allevamento e coltivazione. Agli inizi del Cinquecento un devastante terremoto comportò un’emigrazione di massa dei pochi sopravvissuti al cataclisma. Oggi le vittime di quel tragico evento avvenuto secoli fa vengono ancora ricordate in occasione della processione della Madonna di Panduri. Nelle viscere del borgo, ben nascosta tra anfratti e cavità si nasconderebbe l’accesso a una misteriosa caverna protagonista di strani fenomeni magnetici.
Papaglionti
Abbandonata dopo la terribile alluvione del 1952, Papaglionti, borgo fantasma situato nella provincia di Vibo Valentia è oggi tappa d’obbligo per chi intende visitare l’antico insediamento rupestre di Zungri, villaggio che affonda radici nella preistoria. Presso l’antico villaggio è possibile osservare i resti del Castello Francese e della chiesa di San Pantaleone che testimoniano il passato vivace del borgo