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A Roma olio e vino sono a rischio: cosa sta per succedere

A Roma e provincia l'olio e il vino sono a rischio: cosa sta per succedere e quali sono i rischi per questi prodotti nella Capitale d'Italia

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La lunga estate torrida che, lentamente ma inesorabilmente, si avvia verso la fine continuerà ad avere effetti a lungo termine. Secondo i meteorologi infatti già a partire da settembre sull’Italia si abbatteranno fortissimi temporali causati dalle alte temperature e dal surriscaldamento delle acque, eventi che metteranno a rischio la raccolta delle olive e la vendemmia, con conseguenze pesanti sulla produzione di olio e vino.

Perché sono a rischio olio e vino

Secondo le stime di Coldiretti, “a Roma e provincia si perderanno il 25% delle uve e il 30% delle olive“, principalmente a causa del clima impazzito. Che in autunno si tradurrà in frequenti e violenti acquazzoni alternati a sporadiche giornate di sole e caldo, annullando la famosa “ottobrata romana” e costringendo il comparto agricolo, già in ginocchio, a correre ai ripari. E la diminuzione delle materie prime, sommata agli aumentati costi dell’energia, si tradurrà in un aumento dei prezzi dei prodotti sugli scaffali, olio e vino in primis.

“Preoccupa la vendemmia appena iniziata in Italia con una prospettiva di un calo del 10% delle uve a livello nazionale – sottolinea il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – è allarme anche negli uliveti, con il caldo che rischia di far crollare le rese produttive”. Il gran caldo ha infatti seccato molti ulivi, mentre in altre zone a distruggerli sono stati i roghi: i Vigili del Fuoco hanno definito l’estate 2022 “l’apocalisse degli ulivi”, annunciando che dei 3.985 interventi condotti da giugno ad agosto per incendi di vegetazione e colture nel Salento, la gran parte coinvolge gli ulivi.

Meteo settembre, preoccupano forti temporali e alluvioni

Tornando a Roma e al Lazio, la preoccupazione sale alla luce di previsioni meteo che parlando di violenti temporali e alluvioni: se è vero che la pioggia porterà sollievo a fiumi e torrenti in secca ormai da settimane, è altrettanto vero che le coltivazioni subiranno ingenti danni da quelli che sono noti tra gli addetti ai lavori come “medicane“, ovvero cicloni tropicali che si formano nel Mediterraneo e che si abbattono sui territori con inaudita violenza. E per il comparto agricolo la conta dei danni potrebbero iniziare già nelle prime settimane di settembre, periodo solitamente dedicato alla vendemmia e alla raccolta delle ulive per produrre olio nuovo.

L’allarme era già stato lanciato in diverse regioni d’Italia ad agosto, principalmente a causa della siccità. La scarsità di acqua e precipitazioni non ha messo a rischio soltanto la fornitura di acqua potabile, ma anche le coltivazioni, con gravissime conseguenze sulla flora e anche sulla fauna.

A metà agosto Coldiretti Toscana sottolineava come “la siccità sta minacciando la prossima raccolta di vendemmia, che sarà anticipata e di qualità ma in calo per rese, così come minaccia l’olivicoltura e gli alberi di natale di cui la Toscana è leader a livello nazionale – avevano spiegato – Dopo aver già visto ridotta, danneggiata o compromessa il 30% della produzione agricola stagionale a causa della miscela eccezionale delle prolungate temperature, delle scarsissime precipitazioni con fiumi e corsi d’acqua a secco che hanno costretto gli agricoltori a ricorrere all’irrigazione di soccorso, per l’agricoltura toscana tre dei principali asset agricoli rischiano un duro contraccolpo economico”.

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