Roma, l'attico segreto del Colosseo svela la sua vera storia
A 50 metri di altezza sono spuntate le antiche tracce di un progetto di ampliamento del Colosseo voluto dall'Imperatore Tito dopo Vespasiano
Al Colosseo sono state scoperte le tracce di ampliamento del monumento volute dall’Imperatore Tito, intenzionato ad ampliare il progetto iniziale di Vespasiano.
L’attico segreto del Colosseo: la nuova scoperta
Sotto l’attico, a quaranta metri di altezza, è stata trovata una semicolonna in travertino che raffigura Priapo, la divinità della fertilità, impreziosita da tracce di colore rosso. Questi dettagli vengono restituiti dalla parte più elevata della controfacciata sul lato Nord del Colosseo, le murature titaniche rivolte verso l’arena dell’Anfiteatro Flavio.
Per raggiungere l’attico del Colosseo, la zona caratterizzata da una sequenza di blocchi di travertino e laterizi compresa tra i 30 e i 50 metri d’altezza, è stato necessario utilizzare due vertiginosi montacarichi che hanno raggiunto il cantiere di restauro e di ricerca del mastodontico monumento di Roma.
Il team del Parco Archeologico del Colosseo, formata da specialisti di varie discipline, opera su una griglia di ponteggi. Al lavoro ci sono archeologi, restauratori, biologi e chimici. La direttrice dei ricercatori è Alfonsina Russo. Il lungo e minuzioso lavoro di restauro e pulizia, fino a questo momento, ha consentito di riportare alla luce le prove di una fase di rifacimento del Colosseo, compreso il pavimento del nuovo piano.
L’ipotesi più accreditata parla della volontà dell’Imperatore Tito di ampliare il Colosseo, a differenza del suo predecessore Vespasiano che aveva immaginato, al contrario, un’arena ridimensionata. Tito aumentò gli spazi per il pubblico, arrivando ai famosi 50 mila posti di cui l’Anfiteatro Flavio poteva disporre.
L’archeologo Dario Rose, a ‘Il Messaggero’, ha spiegato che i lavori permettono di vedere “il taglio e l’asporto di alcune parti dal blocco di calcare in opera quadrata, relativo al primo impianto, per ricavare spazio e appoggiare il sistema di volte in tufo”. Sono emersi, inoltre, nitidi elementi di riuso provenienti da altri edifici di Roma, utilizzati al fine di restaurare il Colosseo dopo l’incendio risalente all’anno 217 dopo Cristo sotto l’imperatore Macrino.
Allo stesso periodo dovrebbe risalire anche la storia del rilievo con Priapo su una semicolonna, situata sulla parte alta della controfacciata: gli studiosi stanno continuando a indagare sul reperto per risalire con maggiore precisione alla sua datazione.
Considerato il monumento più famoso di Rome e d’Italia, l’Anfiteatro Flavio continua a regalare sorprese di anno in anno. Nel 2021, per esempio, sono stati riaperti gli ipogei del Colosseo: una passerella di quasi 170 metri permette di attraversare la parte ipogea dell’arena e di ammirare le strutture millenari e gli spazi funzionali agli spettacoli che venivano organizzati al suo interno.
In precedenza un gruppo di artisti, filosofi e politici ha proposto di vendere il Colosseo in versione digitale sfruttando gli Nft e seguendo l’esempio di quanto successo con Tondo Doni alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Una recente ricerca intitolata “The value of an Iconic Asset. The economic and social value of the Colosseum” e portata avanti dal team italiano di EconomiAdvisory, specializzato nelle analisi di valore e impatto economico e sociale, ha permesso di calcolare quanto vale il Colosseo: secondo le stime l’arena ha un impatto sociale di 77 miliardi di euro e contribuisce per 1,4 miliardi di euro all’anno all’economia italiana.