La ricetta della frittata firmata Gabriele D'Annunzio
Festival Dannunziano di Pescara, la frittata più amata da Gabriele D’Annunzio rivive in versione finger food: alta e morbida come piaceva al Vate
La frittata dev’essere morbida, alta e spugnosa. Almeno così la pensava Gabriele D’Annunzio, grande conoscitore della cucina italiana ed europea e assoluto cultore delle gioie gastronomiche della cucina tradizionale.
La frittata, piatto amatissimo dal poeta e drammaturgo pescarese, sarà protagonista della festa culinaria che accompagna la quinta edizione del Festival Dannunziano, in programma nel capoluogo abruzzese dal 2 al 10 settembre 2023. A interpretare i piatti preferiti del Vate due esperti chef del territorio, Marcello Spadone e Maurizio Della Valle.
La frittata di Gabriele D’Annunzio, la ricetta
La quinta edizione del Festival Dannunziano, in corso a Pescara dal 2 al 10 settembre, prevede incontri, spettacoli e musei aperti anche di notte. Ad accompagnare le iniziative dedicate al poeta nato nel 1863 nel capoluogo abruzzese, anche una festa gastronomica che ripropone alcune interpretazioni stellate dei piatti preferiti del Vate.
Saranno due i piatti “dannunziani” a essere proposti dagli chef Marcello Spadone e Maurizio Della Valle: terrina di pollo panato al panbrioche e la mitica frittata, un piatto amatissimo dal poeta pescarese.
D’Annunzio era così ghiotto di uova, ricorda ‘Gambero Rosso’, che aveva fatto allestire un pollaio nei misteriosi meandri del Vittoriale per essere certo di avere uova fresche ogni giorno. E pare che elargisse volentieri fino a duemila lire di mancia alla sua fedele cuoca, la “Suor Intingola”, per una frittata ben riuscita.
Per la ricetta della frittata dannunziana, proposta al Festival in versione finger food, saranno usate solo uova di galline livornesi alimentate con semi di canapa e allevate ai piedi del Monte Velino.
“Dieci uova per ogni frittata, usando la padella medio piccola perché la frittata deve riuscire alta, morbida e spugnosa come la voleva D’Annunzio”, spiega Marco della Valle a ‘Gambero Rosso’. Nella frittata, solo un po’ di “cipolla bianca piatta di Fara Filiorum Petri” fatta stufare nel brodo vegetale. Ingredienti di prima qualità e semplicità ai fornelli. Così si ottiene la frittata “sublime”, tra i piatti preferiti del Vate.
Le ricette più amate da D’Annunzio
Lo chef stellato Marcello Spadone e Maurizio Della Valle, patron dell’Osteria La Corte a Spoltore, hanno ideato un altro piatto in onore di Gabriele D’Annunzio: è ispirato al tramezzino, termine coniato da D’Annunzio in epoca fascista per sostituire la parola inglese sandwich.
Il risultato è la terrina di pollo panato al panbrioche: un semplice pollo in terrina “panato con panbrioche e accompagnato con misticanza del nostro orto condita con aceto di visciole e salsa allo yogurt”. La salsa allo yogurt, racconta Spadone, è usata in sostituzione del Sangue Morlacco, “un liquore ottenuto dall’infusione di ciliegie marasche, tipo Ratafia, dal caratteristico colore rosso cupo che il poeta ribattezzò ‘Sangue Morlacco’ in occasione dell’impresa di Fiume”.
Per Marcello Spadone, chef de La Bandiera a Civitella Casanova (premiato con 2 forchette nella guida Ristoranti d’Italia 2023 del Gambero Rosso), non è la prima cena dal sapore dannunziano. “D’Annunzio era un grande conoscitore della cucina europea e in particolar modo di quella francese, amava il cibo semplice e di qualità, il pollo con la maionese, il pesce fritto e in brodetto, la sogliola e il merluzzo”, racconta alla rivista del Gambero Rosso. “E amava tanto pure le bollicine. Alla prossima edizione del Festival dannunziano riproporremo i cannelloni che tanto gli piacevano, quelli classici fatti con la carne, in bianco”.