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Perché Filicudi d'inverno diventa "l'isola dei maschi": la storia

Durante la stagione invernale, Filicudi diventa l'isola dei maschi, popolata da quelli che si autodefiniscono vedovi bianchi: la storia di Federico

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In Italia c’è un’isola che, dopo l’estate, saluta tutte le sue donne e i suoi bambini, diventando “l’isola dei maschi”: è Filicudi. A raccontare il perché, a ‘Il Venerdì’ di Repubblica è Francesco, nato e cresciuto a Palermo, ma che da 22 anni vive sull’isola dell’arcipelago eoliano.

Filicudi, “l’isola dei maschi” d’inverno: il racconto di Francesco

Francesco, che si sposta regolarmente tra Filicudi e Alicudi,  per il suo lavoro di agente per le due compagnie di navigazione che servono l’arcipelago siciliano delle Eolie, è sposato con la filicudara Donatella.

Così descrive Filicudi: “È diventata l’isola dei maschi. Noi siamo i vedovi bianchi di Filicudi. Parlo al plurale perché non sono solo io. La maggior parte degli uomini sposati a Filicudi, quando i figli devono spostarsi per andare a scuola, perdono in un colpo moglie e figli perché si trasferiscono tutti insieme a Milazzo per frequentare le scuole. Noi rimaniamo per mesi da soli ed è difficile tornare a casa la sera e non sentire le loro voci”.

A Filicudi, le mogli partono con i bambini e si trasferiscono a Milazzo, mentre i cosiddetti “vedovi bianchi” rimangono sull’isola a occuparsi dei servizi, senza i quali l’isola non potrebbe reggere i ritmi del turismo estivo.

Francesco e Donatella hanno due figli, Gregorio e Costanza, di 15 e 10 anni. Fin dalla prima elementare, Gregorio ha frequentato la scuola a Milazzo, la cittadina-porto in provincia di Messina, Lì, oggi, frequenta l’istituto industriale. La seconda figlia, Costanza, ha praticamente vissuto più a Milazzo che sull’isola dell’arcipelago eoliano.

Alla scoperta di Filicudi, una delle perle dell’arcipelago eoliano

Filicudi si distingue dalle altre sei perle dell’arcipelago delle Eolie (di cui è la quinta in ordine di grandezza e la seconda più occidentale, dopo Alicudi) per la presenza di ben 8 vulcani spenti, tra cui il più importante è il Monte Fossa delle Felci (alto 773 metri). Da un punto di vista amministrativo, fa parte del comune di Lipari, in provincia di Messina.

In antichità, Filicudi era conosciuta col nome di Phoinicussa o con quello di Phoinicṑdēs, dal sostantivo phoinix, che in greco antico indica la palma nana, molto diffusa in epoca antica e ancora oggi presente sui promontori dell’isola eoliana.

Filicudi è una meta molto amata da diversi artisti italiani e stranieri, che hanno scelto di farla diventare la loro seconda casa. D’inverno la sua popolazione si aggira attorno alle 200 persone, mentre d’estate gli abitanti diventano 3000.

Da un punto di vista storico, tra i suoi luoghi di interesse spiccano le rovine del villaggio neolitico sul promontorio di Capo Graziano e la sezione del Museo Archeologico Eoliano, dove sono conservati i reperti provenienti dagli scavi di Capo Graziano ma anche da altre zone delle isole Eolie.

Sotto il profilo naturalistico, a Filicudi domina la macchia mediterranea, qui composta da cappero, ginestra, ulivo, lentisco, carrubo, Artemisia arborescens, Erysimum brulloi, Centaurea aeolica. Tra gli uccelli presenti sull’isola spiccano, invece, il falco pellegrino, il lodolaio, il falco della regina e il falco cuculo. L’isola di Filicudi è sotto la protezione dell’UNESCO, in quanto patrimonio dell’umanità.

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