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Arte & Cultura

Il magnifico pavimento del Duomo di Siena torna visibile

Il capolavoro intarsiato di marmo della Cattedrale si potrà ammirare nuovamente

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Il Duomo di Siena svela uno dei suoi più grandi tesori. Fino al 27 ottobre tornerà visibile l’incredibile pavimento intarsiato, che il pittore e storico dell’arte Giorgio Vasari definì “il più bello, grande e magnifico che mai fusse stato fatto”.

Grazie ad un nuova illuminazione, lo straordinario complesso di tarsie marmoree appare come un un vero e proprio percorso che, attraverso messaggi teologici, conduce dall’ingresso fino all’altare maggiore.

Il pavimento ha un legame indissolubile con la storia della città di Siena e della sua arte, ragion per cui i senesi hanno sempre impiegato tutte le loro risorse per la sua realizzazione prima e per la conservazione poi.

Per preservarlo dal calpestio di migliaia di turisti e fedeli in visita alla cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, viene coperto da fogli di masonite, tranne una volta all’anno, tra la fine di agosto e la fine di ottobre, offrendo in questo periodo l’occasione di scoprire uno dei massimi capolavori del gotico italiano.

La realizzazione del progetto decorativo richiese ben sei secoli, dal Trecento fino all’Ottocento, e vide la partecipazione di importanti artisti che disegnarono i cartoni per le 56 tarsie, quasi tutti senesi, fatta eccezione per l’umbro Pinturicchio, autore, nel 1505, del celebre riquadro con il Monte della Sapienza.

Due le tecniche utilizzate: quella del graffito, che prevede l’utilizzo di uno scalpello per realizzare dei segni poi riempiti di stucco nero, e la tecnica del commesso marmoreo, realizzata accostando marmi di provenienza locale, come il broccatello giallo, il grigio della Montagnola e il verde di Crevole.

Fu il tedesco Friedrich Ohly ad occuparsi del pavimento nel suo insieme, ricercando una tematica comune che legasse i vari episodi, ipotizzando la presenza di un programma figurativo portato avanti nei secoli dai diversi artisti succedutisi alla decorazione. Alla fine, stabilì che ogni scena facesse parte di una rappresentazione della Salvezza nei vari aspetti.

Mentre nelle tre navate il percorso si snoda attraverso temi relativi all’antichità classica e pagana, nel transetto e nel coro i visitatori possono ripercorrere la storia del popolo ebraico, fino all’altare verso cui converge l’itinerario artistico e spirituale.

Passando intorno all’abside, sarà inoltre possibile vedere le splendide tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona, eseguite con una tecnica simile a quella del commesso marmoreo, con legni di diversi colori, raffiguranti vedute urbane, nature morte e paesaggi. Un’occasione davvero imperdibile, che a Siena si ripete solo una volta all’anno.

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