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Cosa c'è nel Palazzo Apostolico dove abiterà Papa Leone XIV

L'appartamento papale nel Palazzo Apostolico riaperto da Papa Leone XIV ospita spazi riservati, stanze storiche e ambienti mai visti dal pubblico

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Con l’elezione di Papa Leone XIV, l’attenzione torna sul Palazzo Apostolico, storica residenza nel cuore della Città del Vaticano: dopo un lungo periodo di chiusura, l’appartamento papale è stato riaperto, secondo la prassi che prevede la sua sigillatura alla morte del Pontefice uscente. Solo il successore può autorizzarne l’accesso, riportandolo alla funzione originaria.

Perché Papa Leone XIV potrebbe vivere nel Palazzo Apostolico

Al momento non è stata annunciata alcuna decisione ufficiale, ma molti segnali fanno pensare che Papa Leone XIV stia considerando la possibilità di stabilirsi nel Palazzo Apostolico. L’apertura formale dell’appartamento papale è avvenuta in una cornice solenne, subito dopo la benedizione pubblica, e potrebbe essere letta come un primo passo verso l’abitazione definitiva.

Una scelta che segnerebbe un cambiamento rispetto al pontificato precedente. Papa Francesco, infatti, aveva deciso di non abitare il Palazzo Apostolico, rimanendo per l’intero periodo alla Casa Santa Marta, una struttura più sobria e funzionale. Situata all’interno della Città del Vaticano, la residenza era stata originariamente un ospizio per sacerdoti – il Pontificium Hospitium Sanctae Marthae – trasformato poi in un moderno centro di accoglienza per prelati e ospiti del Conclave. L’edificio è stato ristrutturato nel 2005 per volontà di Giovanni Paolo II.

Al di là delle questioni logistiche – legate anche alla necessità di completare gli interventi di ristrutturazione in corso – la scelta della dimora pontificia ha anche un peso simbolico: vivere nel Palazzo Apostolico significherebbe indicare un diverso approccio al ruolo e alla rappresentazione pubblica del papato. Allo stesso tempo, nulla esclude che Leone XIV possa optare per una soluzione provvisoria, fino al completamento dei lavori.

Com’è fatto l’appartamento papale dove vivrà Leone XIV

L’appartamento papale nel Palazzo Apostolico comprende una decina di ambienti distribuiti su una superficie ampia, pensata per coniugare riservatezza, funzionalità e spiritualità. Tra gli spazi principali vi sono uno studio privato, utilizzato per la scrittura e la meditazione personale, una camera da letto con scrittoio ottocentesco, e una grande cappella interna, fulcro della vita spirituale del Pontefice.

A questi si aggiunge una suite medica dotata di attrezzature per interventi d’urgenza, voluta nei tempi finali del pontificato di Giovanni Paolo II, le cui condizioni di salute richiesero la presenza di uno spazio sanitario adeguato.

L’appartamento include anche una biblioteca privata, nota per la finestra che si affaccia direttamente su Piazza San Pietro, da cui ogni domenica il Papa recita l’Angelus; lo stesso ambiente viene utilizzato per ricevere ospiti e autorità in forma riservata. Parte degli alloggi è destinata alle suore benedettine tedesche, incaricate della gestione della Casa Pontificia.

La collocazione attuale dell’appartamento risale ai primi del Novecento, quando Pio X decise di trasferire la residenza pontificia alla terza loggia del palazzo, abbandonando il piano nobile usato fino al 1870. I piani superiori, un tempo riservati alla servitù, furono riorganizzati in funzione delle esigenze della Curia.

Nel corso dei decenni, ogni Papa ha lasciato una traccia personale nell’appartamento. Giovanni Paolo II fece installare una piscina nella residenza estiva di Castel Gandolfo, rompendo con l’immagine tradizionale di inattività fisica. Papa Leone XIV, da parte sua, potrebbe continuare a frequentare il campo da tennis in terra rossa situato accanto alle Mura leonine.

L’appartamento papale, nel frattempo, è stato sottoposto a una prima fase di pulizia, mentre i lavori veri e propri di adeguamento inizieranno solo dopo una valutazione approfondita da parte del nuovo Pontefice.

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