Moregallo, il cimitero di auto e la sua maledizione
Moregallo, la maledizione del cimitero di auto della sponda occidentale del Lago di Como, dove hanno perso la vita tanti appassionati di immersioni
Al Moregallo, sulla sponda occidentale del Lago di Como, c’è una sorta di cimitero di auto, dove nel corso degli anni si sono susseguite diverse tragedie. Qui, in ogni stagione, decine di sub si immergono per esplorare la distesa di rottami sommersi e alcuni di loro hanno perso la vita.
L’ultima tragedia è avvenuta il 13 novembre del 2022, quando nel giorno del suo compleanno, a perdere la vita è stato un sub 54enne di Cinisello Balsamo. Tre settimane prima, nello stesso punto era morto un suo amico e compagno di subacquea, un 41enne di Tavernerio. Un’altra tragedia risale al 2015, mentre nel 2010 furono due persone a perdere la vita nel “maledetto” punto del Moregallo.
In tanti hanno rischiato la stessa sorte, riuscendo però a salvarsi, accusando embolie perché sono dovuti riemergere in fretta in superficie, senza rispettare i tempi della decompressione e finendo in camera iperbarica. Non solo i sommozzatori hanno perso la vita sulla sponda occidentale del Lago di Como, inserito nella classifica delle località italiane preferite dai turisti stranieri: sono diversi i ragazzi vittime dei tuffi proibiti dalle gallerie del Moregallo, un salto di circa dieci metri che trasforma l’acqua del lago in cemento.
Moregallo e la maledizione del cimitero di auto
I sommozzatori che si immergono nelle profondità più estreme del lago sono spinti per la voglia di guardare da vicino quello che è diventato come una sorta di pellegrinaggio per i sub: un fondale pieno di vecchie auto che rappresenta un luogo da visitare almeno una volta nella vita per gli appassionati di immersioni.
In quel punto ci sono decine di vecchie carcasse di auto, furgoncini e moto: molte sono rubate, magari usate da ladri e ricettatori per compiere alcune rapine e poi buttate una volta finito il colpo. In fondo al lago del Moregallo c’è un vero e proprio mondo a parte, fatto di mezzi gettati in acqua e lasciati lì a marcire anno dopo anno.
Negli ultimi tempi, grazie alla pulizia dei fondali, sono stati individuati e recuperati più di 250 pneumatici. I sub che in ogni stagione si immergono, hanno la possibilità di fotografare e filmare un parcheggio sott’acqua, con auto che hanno fatto la storia. Tra i modelli presenti ci sono la Renault 4, la Mini della Innocenti, una Land Cruiser, una Volkswagen Passat e alcune vecchie Fiat 500.
Recuperare questi rottami ormai arrugginiti dall’acqua e che rilasciano materiale inquinante non è facile: le difficoltà maggiori derivano dalla differente profondità su cui si sono adagiati sui fondali. Alcuni sono più vicini alla superficie, mentre altri sono a quindici metri di profondità e ci sono esemplari arrivati anche a sessantacinque metri, come una Passat, un paio di Mercedes e una Jaguar.
Negli anni passati un autodemolitore della provincia di Lecco aveva dato la sua disponibilità a recuperare i mezzi dai fondali del Moregallo, chiedendo però un barcone in appoggio su cui poter lavorare per quella che sarebbe stata un’operazione di bonifica dalle dimensioni mastodontiche. Alcune auto sono state recuperate, come una vecchia Bugatti che è stata poi messa all’asta e venduta per quasi dieci milioni di euro.