Nel mare di Napoli sono spuntate 47 specie aliene
Nel Golfo di Napoli sono stati quasi raggiunti i 25 gradi: ciò produce cambiamenti all’ecosistema marino con l’arrivo di numerosi pesci tropicali
La crisi climatica che sta coinvolgendo il nostro pianeta sta colpendo anche le acque dei nostri mari. Le acque del Mar Mediterraneo e in particolare quelle del Mar Ligure e del Mar Tirreno stanno subendo importanti aumenti di temperatura.
I rischi della crisi climatica
Secondo i dati raccolti dalla Società Italiana di Geologia ambientale (Sigea) la temperatura dell’acqua del Mar Mediterraneo in superficie sta per raggiungere i 25 gradi e le previsioni dicono che potrebbe aumentare ulteriormente nel prossimo periodo. Queste temperature hanno fatto scattare l’allarme dato che sono davvero anomale in questi mesi dell’anno. Secondo il calendario, infatti, siamo ancora nella stagione primaverile ma se guardiamo alle temperature e al clima sembra già essere piena estate.
L’argomento è centrale in questi giorni non solo per la sua importanza ma anche perché il 5 giugno di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Quest’anno, inoltre, durante questa ricorrenza è stato ufficialmente lanciato il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema.
Purtroppo, il surriscaldamento delle acque è un problema ancora molto poco sentito. Per coloro che amano andare al mare in questo periodo, infatti, avere l’acqua più calda significa potersi tuffare e fare il bagno senza problemi. In realtà queste temperature sono un grande rischio per gli ecosistemi marini. Il riscaldamento delle acque, inoltre, porta anche altre conseguenze come il consumo dei ghiacciai di Groenlandia e dell’Antartide ed è spesso causa di precipitazioni brevi ma intense che provocano allagamenti nelle città, frane e alluvioni.
I mutamenti dell’ecosistema marino italiano
Antonello Fiore dal 2016 ricopre la carica di Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale (Sigea) che è un’associazione scientifica e culturale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione di protezione ambientale. Secondo quanto Fiore ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno gli effetti di questa crisi sono già evidenti nell’ecosistema marino: «Le conseguenze sono già visibili nell’attività di pesca. Tanto per fare qualche esempio vengono catturate acciughe più grandi della media».
Il clima dei nostri mari, infatti, è sempre meno mediterraneo e sempre più tropicale e questo causa spesso forti piogge che causano molti danni all’ambiente. Gaetano Sammartino, presidente regionale di Sigea ricorda sempre nell’articolo di approfondimento pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno che la Campania ha un alto rischio di dissesto idrogeologico: «Non a caso in Campania sono attualmente circa 23 mila le frane censite. Queste coinvolgono quasi il 7 per cento del territorio totale. Non a caso la regione è considerata la terza più esposta d’Italia al rischio di dissesto idrogeologico, dopo la Lombardia e il Veneto».
Purtroppo, questo aumento delle temperature, che nel Golfo di Napoli si aggira attorno ai +0,3 gradi per decennio, ha già provocato un grande mutamento anche nella flora e nella fauna delle nostre acque. È in particolare la biologa marina Maria Cristina Gambi che fornisce sempre al Corriere del Mezzogiorno dati importanti in merito alle specie aliene presenti nelle acque campane. Attualmente, infatti, la studiosa riporta che sono state rintracciate 47 specie aliene.
Ecco le sue parole nell’articolo: «Dal 2000 si registra nel golfo di Napoli un aumento della temperatura dell’acqua pari a 0,3 gradi per decennio. Stiamo assistendo all’aumento sia di alcune specie tradizionalmente presenti nei nostri mari sia di altre specie aliene. Pensate che tra alghe e animali nel mare della Campania sono state osservate 47 specie aliene».
Tra i pesci che dovrebbero essere estranei ci sono il pesce flauto che sarebbe un pesce tipico delle acque tropicali, il granchio blu, il granchio corridore e il vermocane, un verme marino che elimina stelle marine, coralli e ricci.